Una società malata di fama e successo? Scorsese aveva previsto tutto

Una società malata di fama e successo? Scorsese aveva previsto tutto

Cosa siamo disposti a fare per i nostri 5 minuti di fama e gloria? Alcune persone persino a rapire. La società dei flash e delle telecamere non dorme mai, e ogni secondo può essere decisivo per finire sui trend di notizie, o virali in qualche video. Martin Scorsese, agli inizi degli anni ’80, ha girato un cult che è un monito sulla perversione della fama e del successo.

Rupert Pupkin è un comico dilettante, il suo sogno è quello di diventare “Il re dei comici”. Per raggiungere il suo obiettivo è disposto a compiere qualsiasi impresa. Anche la più disperata. Una sera saltando dentro l’auto di Jerry Langford, il più grande comico della città e conosciuto in tutto il paese, lo implora di dargli un’opportunità all’interno del suo show. Il famoso comico inizialmente accetta, ma solo per liberarsi di lui. Questo causerà un forte trauma psicologico in Rupert.

L’Uomo del Sottosuolo

Il film in questione è “Re per una notte” (The King of Comedy) interpretato da Robert De Niro e Jerry Lewis. In quella che è forse una delle migliori interpretazioni della sua carriera, De Niro veste i panni di un personaggio uscito dalla penna di Dostoevskij, un abitante del sottosuolo. Come Travis Bickle di Taxi Driver, Rupert è un uomo alienato dalla società, che vive nel suo mondo personale di sogni e immaginazione. A 34 anni vive ancora con la madre, non ha un lavoro ed è innamorato di una donna che non riesce a conquistare, se non promettendole che diventerà il più grande comico di tutti i tempi.

Rupert ha una è vera propria ossessione, per non dire dipendenza, nei confronti dei personaggi televisivi. Nella sua camera vive con alcuni cartonati di presentatrici e comici televisivi. Parla con loro, inscena delle interviste, inventa dal nulla una sua carriera da comico di fama mondiale. Il suo attaccamento morboso nei confronti dei volti televisivi, un vero è proprio stalking, lo porta a vivere delle situazioni di dissociazione.

Il film è un vero e proprio sogno ad occhi aperti. Attraverso il montaggio di scene oniriche e surreali, il film cala lo spettatore direttamente nella mente labirintica del suo protagonista.

Il Re dei Comici

Qual è il prezzo da pagare per la fama?
Rupert Pupkin (sinistra) si auto invita a casa di Jerry Langford (destra)

Jerry Langford sembra un uomo dalla vita perfetta. Quando cammina per le strade viene fermato e riconosciuto da centinaia di persone. Ma la sua fama attira numerosi individui ossessionati dalla sua vita, che fantasticano ossessivamente su di lui. Nella sua vita di lusso, la privacy è l’unico lusso che non può permettersi. Nel paese dell’American Dream, ogni professione artistica è trasformata in una gara a diventare i migliori, non è abbastanza essere comici o attori, bisogna diventare “il più grande di tutti i tempi”.

Jerry inizia ad essere stalkerato da Rupert, quando quest’ultimo si intrufola nella sua auto e inizia a chiedergli di poter partecipare al suo famoso show The King Of Comedy. Jerry acconsente solo per sbarazzarsi del molestatore, ma questo accende in lui una serie di aspettative e illusioni. Rupert inizia a presentarsi ogni giorno sul posto di lavoro di Jerry, la sede dell’emittente televisiva. Inizia a parlare di lui come di un collega, di un amico o una persona intima. Arriva persino ad auto invitarsi in casa sua, portando con sé Rita, la donna di cui è innamorato.

Rupert rimane disilluso dall’esperienza, e afferma che ora non potrà più fidarsi di nessuno. Per ottenere 5 minuti all’interno dello show di Jerry lo rapisce con l’aiuto di un’altra stalker e minaccia l’emittente televisivo che se non potrà fare il suo monologo ucciderà Jerry. Rupert ottiene così il suo momento di celebrità (ed è anche bravo!)

Una malattia chiamata Fama

Due anni prima l’uscita del film, negli Stati Uniti un uomo chiamato John Hinckley sparò al presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan. Le sue motivazioni? Attirare le attenzioni dell’attrice Jodie Foster. L’uomo aveva visto il film Taxi Driver, con De Niro e Jodie Foster, e si era innamorato perdutamente dell’attrice, tanto da arrivare a stalkerarla durante la sua giornata. Le aveva mandato lettere d’amore e poesie, infilandogliele persino sotto la porta di casa. Aveva provato a contattarla numerose volte al telefono. E quando l’attrice si era trasferita per andare all’università, lui cambio casa per starle più vicino.

Vedendo però che l’attrice non ricambiava i suoi sentimenti e che ogni tentativo sembrava inutile, decise di compiere un gesto estremo. Una prova d’amore, che a suo dire avrebbe conquistato l’attrice. Inizialmente pianificò un dirottamento aereo, ma alla fine, studiando la vita di Lee Harvey Oswald, decise di assassinare il presidente. Fortunatamente il tentativo non riuscì. Jodie Foster rimase traumatizzata dall’esperienza, e pensò anche di abbandonare il cinema.

40 anni dopo l’uscita del film, le sue tematiche e le dinamiche sociali che racconta sono più attuali che mai. Oggi non esiste soltanto la televisione ma anche social come Instagram e Facebook. Oggi siamo più che mai circondati da medium che alimentano la nostra immaginazione e le nostre fantasie, portandoci a sviluppare delle relazioni parasociali tossiche simili a quella di Rupert verso Jerry. Innescando in noi non solo invidia e senso di inferiorità verso vite edulcorate e appositamente abbellite, ma portandoci a sviluppare dei sentimenti di affetto e amore per non sentirci isolati o estranei a quella che viene sbandierata come la vita “normale” vissuta dalle persone attorno a noi.

Re per una notte è un gioiello immortale di critica sociale. Scorsese ci ha presentato in anticipo di anni un monito verso cui la nostra società stava andando incontro. Quando Dio muore, la televisione viene issata a divinità, e gli idoli di carne vengono solennizzati.

L’esibizione di Rupert Pupkin allo show di Jerry Langford

Antonio Guercio

Sono da sempre un appassionato di storie. Scrivere per me è un piano superiore per apprezzare l'arte. Scrivere di libri, cinema, musica, videogiochi, fumetti, eventi mi permette di andare oltre la semplice esperienza immediata. Qualcuno ha chiamato il cinema "il regno delle ombre" ma per me è il medium che più di tutti riesce a illuminare. Cultore devoto e di ogni film A24 e NEON. Fedele discepolo di Martin Scorsese, Edgar Wright, Guillermo del Toro, Hideo Kojima, Murakami Haruki. Cinefilo da fuori orario.