Knives Out: Wake Up Dead Man è uscito su Netflix da pochi giorni. Terzo capitolo di un nuovo franchise targato Netflix dalle tinte investigative noir, scritto e diretto da Rian Johnson con protagonista Daniel Craig. Anche per questo capitolo è presente un cast corale d’eccezione: Josh O’Connor, Glenn Close, Jeremy Renner, Josh Brolin, Andrew Scott, Cailee Spaeny, Mila Kunis, Jeffrey Wright e Kerry Washington.
L’investigatore privato Benoit Blanc (Daniel Craig) viene contattato dalla polizia per risolvere un caso impossibile. Un omicidio compiuto a porte chiuse che supera ogni logica. Padre Jud (Josh O’Connor) viene trasferito in una nuova chiesa per aiutare Mon. Wicks, un uomo dai metodi non convenzionali, per ripopolare la chiesa locale. Ma la comunità che frequenta la chiesa nasconde segreti inconfessabili, anche ad un prete. Rancori e antichi dissapori aleggiano tra i fedeli. Un cadavere e una resurrezione improvvisa scuoteranno la comunità di fedeli.
Benoit Blanc

Benoit Blanc ricorda l’eleganza e la sensibilità di Sherlock Holmes. La sua passione per i misteri intricati e labirintici non offusca mai la sua morale e il suo senso del dovere. Per questo terzo capitolo abbandona la sua foggia da spiaggia, e ritorna con un lungo taglio di capelli, impermeabile beige, cappello a tesa larga e abito a tre pezzi. Una composizione formale ed elegante per un omicidio dalle sfumature sacre e religiose.
Rian Johnson ad ogni capitolo approfondisce la personalità e il carattere del suo protagonista, filo conduttore di ogni capitolo della serie. Nel delineare sempre di più il personaggio, Johnson sta puntando a creare non solo un detective del nuovo millennio che si stacchi dalle impostazioni rigide delle immagini novecentesche, ma anche un immagine che si distanzi dall’iconica interpretazione precedente di Daniel Craig: James Bond.
Johnson è consapevole dell’associazione del pubblico tra Daniel Craig e l’iconica figura di James Bond, ed è proprio per questo che Benoit Blanc ne rappresenta l’opposto. Non è spietato né calcolatore, ma sensibile e romantico; lontano dall’immagine del sex symbol o del poliziotto macho accompagnato da una “Bond girl”. La rivelazione della sua omosessualità nel secondo capitolo rafforza ulteriormente la sua non convenzionalità cinematografica. Pur richiamando i grandi classici del mystery, da Agatha Christie a Edgar Allan Poe, Blanc si configura come un personaggio dalla sensibilità moderna.
Due Volti della Cristianità

Questo terzo capitolo della serie ruota attorno alla contrapposizione tra sacro ed eretico, tra religione e spiritualismo, fede e radicalismo. Padre Jud (Josh O’Connor) è un prete giovane ed impulsivo entrato in seminario dopo aver interrotto la sua carriera da pugile per aver ucciso un uomo sul ring. Viene nominato assistente di Mon. Wicks (Josh Brolin) in una cittadina rurale della provincia di New York. Wicks ha ereditato la chiesa dal nonno, Prentice Wicks, dopo la morte di quest’ultimo. A differenza di padre Jud, Wicks non è un uomo di vera fede, ma è diventato prete solo per convenzione, essendo il legittimo erede della chiesa. Padre Jud e Wicks, quindi, rappresentano due visioni della religione profondamente diverse.
La visione di Padre Jud
Padre Jud vede la comunità della chiesa come un mezzo per aiutare gli altri ad affrontare i propri problemi. Sente su di sè il compito di essere un sostegno e una spalla per le persone in difficoltà. Conoscendo il dolore che proviene dal commettere peccati e delitti, vuole sollevare gli altri dal dolore che lui stesso non riesce a superare. Il suo cognome è Duplenticy, ovvero “duplicità”, a significare la sua seconda vita fatta di religiosità che sta vivendo da prete, e la vita da pugile che ha abbandonato. In questo senso, rappresenta il messaggio cristologico di amore verso gli altri: “tratta gli altri come vuoi essere trattato”.
La religione come pretesto di Wicks
Mon. Wicks invece, usa la religione come pretesto per giudicare e colpevolizzare il prossimo. Nelle sue violente omelie domenicali egli mette alla berlina i peccati e i vizi dei fedeli che vanno in chiesa. Si erge a uomo senza peccato per sentenziare sulla vita del prossimo, quando in realtà è il primo dei peccatori. Non a caso il suo cognome Wicks ricorda la parola “weak”, che significa “debole”. In questo senso, egli rappresenta invece il monito che Gesù ricordava ai propri discepoli “Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio?“.
Radicalismo Religioso

Wicks raduna, attorno a sé, un piccolo gruppo di fedeli per radicalizzarli e per fondare un culto settario della sua persona. Ma non li attira a sé attraverso le nozioni di fede cristiana, ma attraverso promesse di ricompensa. Promette a Simone, violoncellista costretta alla sedia a rotella, che tornerà a camminare. Promette a Lee Ross (Andrew Scott), scrittore di libri di fantascienza, che lo aiuterà a conquistare la fama attraverso i suoi contatti. Promette a Cy Draven (Daryl McCormack), sindacalista e politico ambizioso, che lo aiuterà nella raccolta di consensi per la sua campagna elettorale. Tutto pur di alimentare la sua aurea di santone e salvatore.
Un uomo pieno di peccati
Ma Wicks non è un uomo senza peccato e senza vizi come fa credere. Una sera dichiara al suo piccolo gruppo di seguaci, che Cy Draven, l’ambizioso politico, è suo figlio. Rivelando così di aver infranto il vincolo del celibato. A questo punto la figura di Wicks appare chiara allo spettatore. Wicks è un uomo privo di spiritualità e dei principi cristiani che sbandiera nella sua chiesa, abusa della sua autorità religiosa per approfittare del prossimo. Ciò di cui è realmente interessato è il diamante perduto del nonno del valore di centinaia di milioni di dollari. E finalmente che ha scoperto che si trova nella cripta del nonno, potrà andarsene abbandonando la chiesa ereditata.
La Mela di Eva

Nel film sono presenti elementi estetici gothic horror e dark che rievocano il soprannaturale. Partendo dalla chiesa della cittadina in cui si svolgono gli eventi, fino ad alcuni elementi di scena come l’oggetto usato per uccidere Mon. Wicks, che è una testa di lupo d’argento (richiamo a Dracula). Nel film l’avidità, la ricerca del denaro, trasformano i personaggi in esseri impossessati, simili a demoni.
La madre di Mon. Wicks
Grace Wicks, figlia di Prentice Wicks e madre di Mon. Wicks, è ossessionata dal diamante del padre, che vuole ereditare a tutti i costi. Il padre dice alla figlia che se rimarrà con lui nella chiesa, alla sua morte lei lo erediterà. Grace accetta, e finché rimane lì il padre cerca di convertirla alla fede cristiana e a mostrarle una via diversa rispetto a quella del denaro. Ma l’avidità della figlia è troppo forte e il padre capisce che è tutto inutile, così ingoia il diamante per nasconderlo alla figlia e muore. Quando la figlia non trova il diamante che le era stato promesso impazzisce.
Il parallelo a Dracula
In una scena che Rian Johnson costruisce, come parallelo a Dracula di Francis Ford Coppola, Grace entra nella chiesa in preda ad una isteria e inizia a distruggerla. La scena a cui si collega è quella in cui il conte Vlad di Valacchia, soprannominato Dracula, all’inizio del film perde la propria amata, Elisabetta. Così chiede al sacerdote di pregare Dio e di fargliela riportare in vita, ma il sacerdote dice che è impossibile. Il conte Vlad impazzisce dalla rabbia e inizia a distruggere la chiesa profanandola, venendo cosi dannato per l’eternità.
La religione tra vocazione e eredità
Attraverso questo parallelismo tra la figura di Dracula e Grace, Rian Johnson suggerisce come l’avidità e i desideri egoistici tramutino l’essere umano in un essere “demoniaco”. Gli uomini regrediscono ad esseri bestiali quando per il denaro e le ricchezze, o per i propri desideri, distruggono i principi in cui credono.
La scena in cui Grace distrugge la chiesa è dominata da colori di rosso e nero, a suggerire la natura mortale e pericolosa dell’avidità, che è una forma di “amore erronea” per i beni materiali. I movimenti di macchina nella scena ricordano una possessione demoniaca (primi piani, inquadrature dal basso verso l’alto o dall’alto verso il basso). Il trucco bagnato e pallido ricorda la Carrie di Brian De Palma, altro riferimento al soprannaturale e al “demoniaco”. Spinta dal desiderio disperato, cerca il diamante ironicamente chiamato “Mela di Eva”.
Una soluzione contorta

Martha, quando scopre che Mon. Wicks vuole scappare con il diamante del nonno, decide di ucciderlo. Martha è sempre stata l’assistente dei preti che si sono succeduti, e quindi non vuole lasciare che l’avidità distrugga la chiesa in cui è cresciuta. Così architetta un piano insieme al dottor Nat (Jeremy Renner) e a Samson (Thomas Haden Church), il giardiniere, per avvelenare Wicks. Per poi sostituire il suo corpo con quello di Samson per entrare nella cripta del nonno di Wicks e prendere il diamante per distruggerlo. Martha è un personaggio psicologicamente profondo, che si colloca a metà tra padre Jud e Mon. Wicks. Ha fiducia nei metodi di Wicks ma possiede la fede autentica di padre Jud.
Il “potere” della Mela di Eva
Il “potere” della Mela di Eva, il diamante, corrompe anche il dottor Nat che decide di uccidere Samson per tenere per sé il bottino. Martha capisce le sue intenzioni e riesce ad ucciderlo prima di finire anche lei vittima del dottore. Nella scena finale Benoit Blanc afferma di non poter risolvere questo caso, non perché è irrisolvibile, ma perché ciò che ha spinto Martha ad uccidere è qualcosa per lui di incomprensibile in quanto ateo. Nonostante abbia compiuto azioni delittuose e deprecabili, lei è stata spinta dalla fede e dall’amore.
Il vero protagonista
Benoit Blanc rimane in disparte durante il film, il vero protagonista del film è il personaggio di Josh O’Connor, padre Jud. E anche nel finale Blanc non risolve il caso, ma lascia che sia Martha a confessare. In questo caso il film manca di una delle parti più importanti del genere whodunit, cioè il momento in cui l’investigatore riordina tutte le prove e gli indizi per rivelare il colpevole. Mancando di questa parte ci si chiede: Come ha fatto Benoi Blanc a scoprire il colpevole? Durante il film vengono mostrate prove e indizi, ma non viene specificato alla fine il loro ruolo nell’aiutare Benoit Blanc a risolvere il caso.
La mancanza di approfondimento
Un altro dei difetti del film è il mancato approfondimento psicologico dei personaggi secondari. Rispetto al primo capitolo, i personaggi secondari rimangono sullo sfondo, le personalità non vengono esplorate se non quando strettamente necessario per la sceneggiatura.
Ma questo terzo capitolo è sicuramente un passo avanti rispetto al secondo capitolo, che aveva fatto storcere il naso a chi aveva amato il primo film. Ritornando alle atmosfere mistery e colorate del primo film, con un black humor ben dosato, la saga potrebbe aver trovato la sua formula vincente.
Rian Johnson ha dichiarato di essere profondamente appassionato a questa nuova saga mystery e di essere disposto a seguire le indagini di Benoit Blanc per molti altri film. I whodunit sono il suo genere preferito e scrivere i Knives Out continua a divertirlo. Il pubblico, dal canto suo, accoglie ogni capitolo con entusiasmo, dimostrando che la serie, pur tornando al classico, è riuscita a rinnovare il genere. Non resta che augurarsi che la saga prosegua con un quarto capitolo e magari anche oltre.

