Paul King porta Labubu al cinema: Sony punta su incassi come Willy Wonka?

Paul King porta Labubu al cinema: Sony punta su incassi come Willy Wonka?

Dopo aver trasformato Paddington in un’icona cinematografica e aver riportato Willy Wonka al centro dell’immaginario pop, Paul King è pronto a cimentarsi con una nuova, curiosa sfida: dirigere Labubu, il film che Sony Pictures vuole dedicare a uno dei fenomeni toy più riconoscibili degli ultimi anni.

Diventati un fenomeno culturale, perché non trasformarli in un blockbuster?

La notizia ha iniziato a circolare rapidamente tra Hollywood e i social, confermando una tendenza ormai evidente: il cinema mainstream guarda sempre più spesso ai fenomeni culturali nati fuori dallo schermo, soprattutto quando riescono a parlare a un pubblico globale. E Labubu, con il suo sorriso storto e l’estetica “cute ma inquietante”, sembra avere tutte le carte in regola per fare il salto.

La nascita dei Labubu

Creato dall’artista Kasing Lung e diventato celebre grazie a Pop Mart, Labubu è molto più di un semplice pupazzo. È un oggetto da collezione, una mascotte fashion, un protagonista silenzioso di video virali e un simbolo di quella cultura pop ibrida che mescola design, nostalgia e ironia. Le sue versioni vendute in blind box hanno alimentato un culto internazionale, soprattutto tra le generazioni più giovani, rendendolo immediatamente riconoscibile anche fuori dall’Asia.

Sony, che negli ultimi anni ha dimostrato di voler investire su franchise non convenzionali, ha deciso di scommettere proprio su questo immaginario. Il progetto è ancora nelle fasi iniziali: non si conoscono dettagli sulla trama, né se il film sarà animato, live action o una combinazione delle due cose. Ma la scelta di Paul King come regista è già una dichiarazione d’intenti piuttosto chiara.

Un regista dalle grandi capacità e inventiva

Paul King è noto per il suo stile caloroso, visivamente inventivo e capace di bilanciare umorismo e malinconia. Qualità che potrebbero rivelarsi decisive nel trasformare Labubu da oggetto di design a personaggio cinematografico vero e proprio. Non un’operazione puramente commerciale, almeno nelle intenzioni, ma il tentativo di costruire un mondo narrativo che sappia parlare sia ai fan del brand sia a un pubblico più ampio.

L’ elemento ludico come partenza

L’operazione ricorda inevitabilmente altri casi di successo recente, da The Lego Movie a Barbie, dove l’elemento ludico è diventato il punto di partenza per racconti sorprendentemente personali e contemporanei. Con Labubu, però, la sfida è ancora più delicata: non esiste un canone narrativo predefinito, ma solo un immaginario visivo molto forte. Tutto dovrà essere costruito da zero.

Per ora, dunque, Labubu resta un progetto avvolto nel mistero, ma con un potenziale enorme. Se Sony riuscirà a trasformare l’hype in una storia convincente, e se Paul King saprà dare anima e cuore a quel sorriso un po’ sinistro, potremmo trovarci davanti al prossimo caso di studio del cinema pop del futuro.

E chissà: forse il prossimo grande protagonista per famiglie non arriverà da una fiaba classica o da un fumetto, ma da una scatolina sorpresa.

Deborah Muratore

La mia passione per il cinema nasce da bambina, quando con mio padre organizzavamo serate a tema dividendo le settimane in categorie. Da allora non mi sono mai fermata, con un debole particolare per gli horror. Empatica e sempre sorridente, amo anche i cavalli, le persone genuine e la creatività in tutte le sue forme.