Anora, un anno dopo: capolavoro da 5 Oscar o abbaglio dell’Academy?

Anora, un anno dopo: capolavoro da 5 Oscar o abbaglio dell’Academy?

E’ passato un anno dall’uscita di Anora del regista americano Sean Baker, premiato con 5 Oscar agli Academy Awards. Il film ha spaccato in due pubblico e critica specializzata: tra chi ha visto solamente un’opera condita di scene sessuali e chi ne ha visto un ribaltamento della classica narrativa della pretty woman. Perché Anora è riuscita a conquistare in maniera così incisiva la critica specializzata e una parte di pubblico?

Anora è una ragazza poco più che ventenne che lavora come spogliarellista in un night club a brighton beach. Una sera il suo capo la presenta a Ivan “Vanya” Zakharov, figlio di un oligarca russo, che cerca una ragazza che parli fluentemente russo. Dopo la serata Vanya invita Anora a casa, chiedendole delle prestazioni sessuali al di fuori del night club. Tra i due inizia una relazione, fino a quando Vanya non chiede ad Anora di sposarlo. I due si sposano a Las Vegas, ma dopo pochi giorni degli uomini mandati dal padre di Vanya intimano alla coppia di annullare il matrimonio.

Il Neorealismo di Sean Baker

Anora: il regista Sean Baker
Il regista di Anora, Sean Baker.

Sean Baker, regista di Anora, è uno degli esponenti del neorealismo americano. Le sue opere si concentrano nel ritrarre la vita delle persone che vivono ai margini della società. Sean Baker ha sempre rifiutato grandi biografie, o storie hollywoodiane sulle celebrità preferendo puntare la propria telecamera dove nessuno guarda. Le sue storie parlano di subculture marginalizzate e nascoste, immigrati, sex workers e pornostar, innescando dibattiti sulla moralità.

Uno dei film più famosi della filmografia di Baker è Un sogno chiamato Florida, un film brutalmente neorealista privo di qualsiasi tipo di trama in senso classico, come Anora, ma che ricorda le prime opere di neorealismo italiano. All’interno del film viene presentata la vita di Halley, una giovane madre con una figlia, Moonee, all’interno di un motel fatiscente, proprio vicino al parco tematico Magic Kingdom della Disney. Il motel è abitato da immigrati ispanici, afroamericani che devono guadagnare giorno per giorno i soldi per pagare le stanze in cui vivere. Halley per pagare l’affitto e mantenere la figlia e costretta a prostituirsi e a rivendere profumi e borse false. Un’opera drammatica che sembra essere quasi un documentario. Attraverso la vicinanza di una realtà così povera a una realtà iperconsumista e turistica, visitata solamente da persone benestanti, Baker sottolinea una delle contraddizioni della nostra società: il lusso sfarzoso proprio accanto alla povertà assoluta. Come le favelas brasiliane accanto ai grandi grattacieli.

La Narrazione della Pretty Woman: Anna Nicole Smith e Anora

La pretty woman è una delle narrazioni culturali più radicate nella nostra società, da sempre cavalcata da Hollywood con film commoventi e strappalacrime ma che non raccontano la realtà vissuta tutti i giorni nel campo del sexworking.

Verso la fine del febbraio 2007, negli Stati Uniti, Anna Nicole Smith era dappertutto. La morte di questa triste donna, showgirl e attrice, a causa di un’overdose di farmaci aveva catturato l’attenzione dell’intera nazione. La sua biografia è stata riproposta incessantemente su tutti i canali televisivi: le umili origini in Texas, le prime lotte, la sua attività di spogliarellista, e il matrimonio con un miliardario. Migliaia di telespettatori telefonavano per testimoniare le proprie reazioni emotive di fronte la vita e la morte di Anna Nicole Smith. Nella maggior parte dei casi erano donne che la compiangevano e la idealizzavano. A causa della narrazione complessa attorno alla figura della pretty woman, la vita e la morte di Anna Nicole Smith erano state avvolte in un’aura mitica.

La Vita di Anna Nicole Smith

Anna Nicole Smith, famosa per il suo ruolo in Una pallottola spuntata 33⅓ per cui ha vinto un razzie come peggior attrice, era una ragazza del Texas di umili origini. All’età di vent’anni iniziò a fare la spogliarellista in un night club. Una sera incontra James Howard Marshall II, un ricco e anziano imprenditore nel campo del petrolio. Quest’ultimo si innamorò della Smith e le chiese di sposarlo. Nel 1994 la giovane spogliarellista sposò l’ottantanovenne tycoon del petrolio. I due non convissero mai insieme e da parte di Anna Nicole non ci fu mai realmente del sentimento per l’anziano imprenditore. Da allora la vita della Smith è decollata, dalle riviste di Playboy alla barcollante carriera di attrice, fino alla tragica morte per overdose da farmaci.

Nella vita della modella si possono individuare le classiche narrazioni culturali che accompagnano i melodrammi televisivi, e che vengono cavalcati per addolcire le situazioni di vita ai margini della società. La narrazione della donna destinata al successo, della rivalsa che le permette di uscire dalla povertà e diventare ricca (del “Farcela da Sola”), la donna vittima della discriminazione sessuale che riesce a riscattare la sua immagine.

La Vita di Anora

Sean Baker raccoglie a piene mani la narrativa culturale della pretty woman e le sue illusorie trasposizioni televisive per capovolgerla totalmente davanti agli occhi del pubblico. Anora è una ragazza ventitreenne che vive a Brighton Beach, un quartiere famoso per l’alta quantità di immigrati provenienti da stati sovietici, e lavora come spogliarellista in un night club. Anora è perfettamente a suo agio nella posizione di spogliarellista, finché ancora scorrono i titoli di testa lei si muove nel locale insieme ai clienti. Mentre non va del tutto d’accordo con alcune colleghe e con il suo datore di lavoro, da cui è sfruttata. L’incontro con Vanya, il figlio dell’oligarca russo, avviene grazie alla sua conoscenza della lingua russa. Baker mette subito in campo il tema della “predestinazione” e del “Destino al successo”, Anora riesce a incontrare Ivan e a uscire dalla sua condizione di povertà e sfruttamento proprio grazie alle sue origini

La casa di Vanya è la più costosa e grande del quartiere. Una cattedrale nel deserto separata dal quartiere povero. Fin da subito la loro relazione, anche se legata agli interessi economici, viene dipinta con toni fiabeschi attraverso una fotografia glitterata, calda e luminosa. Tutto porta a pensare a una vera propria fortuna nella vita di Anora. Anche quando i due si sposano le riprese dal basso verso l’alto, portano lo spettatore a pensare ad un cambiamento di posizione nella vita di Anora. Non più nel night club sottoposta allo sfruttamento del suo datore di lavoro, ma ricca e felice.

Il film mostra fin da subito come non esistano buoni e cattivi, o colpevoli e vittime, ma tutti i personaggi della pellicola si muovono inseguendo il denaro e il benessere economico come unico modo per raggiungere la felicità. Infatti, Anora non è realmente innamorata di Vanya ma è innamorata della nuova vita che le viene offerta grazie al denaro. Ma la fiaba colorata cede immediatamente il passo alla cruda verità.

La Realtà della Pretty Woman

Il film passa da essere una rom-com fiabesca e spensierata a un road movie dai toni noir e cupi, con una cinematografia e una fotografia che ricordano i gangster movie e i crime drama newyorkesi come Il braccio violento della legge.

Nella casa di Vanya arrivano gli uomini del padre che intimano la coppia di annullare il matrimonio. Per i genitori di Ivan, ferventi cristiani ortodossi, un matrimonio del figlio con una prostituta è inaccettabile. Ad Anora viene sbattuta in faccia la realtà che credeva di essersi lasciata alle spalle. Nonostante il matrimonio, viene ancora vista come una prostituta. Il suo destino di ragazza predestinata al successo e alla felicità collassa su sé stesso quando la madre russa di Ivan dice ad Anora che il suo russo è terribile, cancellando così la predestinazione alla felicità data dalle sue origini. Ora Anora è sospesa fra due realtà, non è più una spogliarellista e non è più una felice moglie di origini russe. E Vanya, l’uomo che doveva trasformare la spogliarellista in una “donna realizzata” regalandole una nuova vita, si dimostra essere in realtà un bambino viziato.

La conclusione di questa avventura

Nel finale il matrimonio viene annullato e Anora torna a casa sua a Brighton Beach accompagnata da Igor. La fotografia è dominata da colori freddi tendenti al blu. Anora è in macchina con Igor, l’unica persona che in tutto il film abbia provato qualcosa di autentico e sincero per lei. Nel silenzio dell’auto si sentono solo i tergicristalli che spazzano la neve sopra l’auto. Tutto è freddo, ma Anora si rende conto di avere accanto a sé l’unica persona che abbia cercato di aiutarla.

Anora per ringraziare Igor di esserle stato accanto per tutto il tempo lo fa usando l’unico linguaggio che conosce: il sesso. Potrebbe semplicemente dire “grazie” o esprimersi in altri modi, ma Anora conosce solamente il linguaggio del sesso, perché è quello che le è stato insegnato, ed è l’unica cosa di lei che gli altri hanno sempre apprezzato. Vanya non era innamorato realmente di Anora, della sua personalità o di un tratto del suo carattere, ma la usava semplicemente per il sesso. Anora in seguito a questa realizzazione scoppia in un pianto disperato, l’unica emozione sincera di tutto il film.

Anora fin dalla sua uscita nelle sale è stato un film profondamente divisivo, ma che non ha smesso di accendere il dibattito tra il pubblico. Sean Baker ha creato un’opera toccante e memorabile, semplice, ma in grado di mostrare ogni strato dell’animo umano. Un’opera che sovverte le narrazioni culturali per restituire l’autenticità nascosta della vita.

Antonio Guercio

Sono da sempre un appassionato di storie. Scrivere per me è un piano superiore per apprezzare l'arte. Scrivere di libri, cinema, musica, videogiochi, fumetti, eventi mi permette di andare oltre la semplice esperienza immediata. Qualcuno ha chiamato il cinema "il regno delle ombre" ma per me è il medium che più di tutti riesce a illuminare. Cultore devoto e di ogni film A24 e NEON. Fedele discepolo di Martin Scorsese, Edgar Wright, Guillermo del Toro, Hideo Kojima, Murakami Haruki. Cinefilo da fuori orario.