Se siete stufi della solita storia d’amore da favola ma avete amato le atmosfere di Bridgerton, la soluzione per il vostro binge watching (e il vostro cuore) è solo una: La regina Carlotta. La penna è sempre di Julie Quinn e l’adattamento cinematografico di Shonda Rhimes, famosa ormai per i suoi spin off e per l’attenzione a tematiche attuali, magnificamente inserite in contesti d’altre epoche. Anche qui siamo in un’ Inghilterra di sotterfugi, intrighi politici, amori proibiti. Vi starete chiedendo allora, cosa c’è di così diverso? Ve lo spieghiamo noi!
La regina Carlotta, perché non è la solita storia d’amore Bridgerton?
L’amore che viene narrato in La regina Carlotta non è una favoletta. È maturità, accettazione, forza, una passione che va oltre il mero atto sessuale sdoganato soprattutto nella prima stagione di Bridgerton.
Siamo davanti a due cuori che si incontrano in un giardino fiorito, segreto, al riparo da occhi indiscreti e che sono costretti a sposarsi. Tuttavia, la loro unione non è il punto di arrivo della storia , come in Bridgerton dove tra un ballo e l’altro si va letteralmente a “caccia” del partito migliore ed ogni stagione si conclude con quel “vissero felici e contenti” tanto agognato dai sognatori più incalliti.
La fragilità di Giorgio e il segreto costudito
La relazione che nasce tra Carlotta e Giorgio è reale e ciò che fa letteralmente innamorare lo spettatore è il racconto della fragilità di Giorgio, della sua malattia che inizialmente viene nascosta a Carlotta, e che poi, diviene il “segreto” che entrambi coltivano tra loro, oscurandolo ad un mondo troppo bigotto per accettare le follie del re. Un re che, soffre di quella che oggi viene definita Porfiria e che nei suoi momenti più deliranti si consola soltanto con il legame della terra e delle stelle e che viene accolto dalla dolcezza di una Carlotta 17enne ancora inesperta del mondo, ma che diverrà la regina forte che conosciamo.
Un amore che salva
Il loro è un amore di notti buie in cui poggiarsi la mano sul petto e sussurrarsi parole confortanti nascosti sotto il letto, vale più di regalare gioielli e mostrare la propria donna quale regina. È una storia per tutti quelli ultimi romantici che vogliono essere accarezzati dal sapere che anche nei momenti più tremendi e folli della propria vita, ci può essere quella persona che ti salva dai demoni interiori.

L’introspezione dei personaggi in La Regina Carlotta
L’altro aspetto che rende La regina Carlotta la versione matura di Bridgerton è l’attenzione rivolta ai personaggi.
Viviamo un presente in cui ci viene mostrata una donna forte, che sebbene sia al potere è lì a combattere la sua solitudine dovuta alla malattia di Giorgio.In cui ritroviamo Lady Violet e Lady Danbury che ricordano il loro travagliato passato.
Viviamo in un passato in cui ci viene mostrata l’importanza delle relazioni, fuoriuscendo dal classicismo e mostrandoci l’unicità di un amore LGBT, tematica cara a Shonda Rhimes così come la questione razziale che tramite il personaggio di lady Agata ci fa comprendere il valore dell’integrazione.
In sostanza La Regina Carlotta è un piccolo gioiellino che fa riflettere, che fa innamorare, che fa immergere in un periodo storico in cui l’amore è soggetto alla politica, in cui è necessario dare un erede al trono e non c’è spazio per le emozioni vere.

Tutto deve essere combinato alla perfezione. Carlotta e Giorgio sono realmente esistiti ed anche se la serie è pura finzione, pienamente in linea con il mondo Shondaland, rimane comunque un’ alternativa più profonda, emozionale e vera della ormai stucchevole, seppur piena di passione e colpi di scena che è la serie originale di Bridgerton.
Ditemi che adesso non siete un po’ curiosi!

