Cesare Cremonini rompe il silenzio: “Le avevo dato l’anima, e lei ha raccontato la mia vita senza chiedermelo”

Ci sono storie d’amore che restano canzoni, e storie che diventano libri. Quella tra Cesare Cremonini e Martina Maggiore è stata entrambe le cose: prima melodia, poi parole scritte e, infine, una ferita pubblica. Dopo mesi di silenzio, il cantautore bolognese ha deciso di raccontare la sua versione. Con voce ferma, ma piena di disillusione: «Le avevo dato l’anima, lei ha raccontato la mia vita intima senza considerarmi».

Cesare Cremonini rompe il silenzio: “Le avevo dato l’anima, e lei ha raccontato la mia vita senza chiedermelo”

L’intervista di Cesare Cremonini: “Le avevo dato l’anima”

L’occasione è arrivata durante un’intervista con Alessandro Cattelan, nel suo podcast Catteland. Cesare Cremonini non fa giri di parole. Parla di un dolore profondo, non tanto per la fine di una storia, quanto per il modo in cui quella fine è stata “restituita” al pubblico. «È come se avessero preso la mia vita privata e l’avessero trasformata in un romanzo, senza chiedermi se volevo esserci», ha spiegato.

Il libro di Martina Maggiore e la risposta del cantante

Il riferimento è al libro pubblicato da Martina Maggiore, intitolato Che stupida ragazza. Un racconto autobiografico che ha acceso curiosità e polemiche, soprattutto perché l’ex modella e influencer vi ripercorre la relazione con il cantautore con dovizia di dettagli. Ne esce il ritratto di un amore intenso ma pieno di ombre, di silenzi e distanze emotive. Per Cesare Cremonini, quel racconto è stato una seconda separazione. «Mi ha fatto male non tanto quello che ha scritto, ma il fatto che non mi abbia mai chiesto un confronto. Bastava poco, una telefonata. Invece mi sono ritrovato nudo davanti a tutti, senza possibilità di replica».

Amore, privacy e diritto al racconto: due verità a confronto

Nella voce di Cremonini non c’è solo rabbia, c’è anche una forma di consapevolezza, quasi di accettazione. Il cantante riconosce che ognuno reagisce al dolore come può, e che per Martina Maggiore scrivere potrebbe essere stato un modo per guarire. Ma non nasconde la ferita, perché il gesto, lo ha colpito nel profondo. È una posizione matura, più vicina alla resa che all’accusa… Martina aveva raccontato, nei mesi scorsi, la necessità di liberarsi da una relazione che la faceva “sentire annullata”. In varie interviste aveva parlato di dipendenza affettiva, di ricostruzione personale, di “aver perso se stessa per amore”. Il libro nasce da lì: dal bisogno di mettere distanza tra la ragazza di ieri e la donna che oggi vuole essere.

Cesare Cremonini rompe il silenzio: “Le avevo dato l’anima, e lei ha raccontato la mia vita senza chiedermelo”

Quando l’amore finisce ma resta la narrazione

Due prospettive, due verità. La stessa storia vista da angolazioni opposte. E in mezzo, il pubblico, che inevitabilmente sceglie da che parte stare o, almeno, quale versione ascoltare. Nelle parole di Cesare Cremonini si percepisce il disagio di chi ha sempre scelto la discrezione, ritrovandosi protagonista di un racconto non suo. Eppure, la sua reazione non cancella la potenza di quella ferita condivisa da lei, che attraverso la scrittura ha cercato di sopravvivere. In fondo, è una storia contemporanea: un artista che ha fatto del sentimento la sua cifra poetica e una ragazza che ha trasformato la loro fine in un atto di autoaffermazione. Due linguaggi diversi per affrontare lo stesso dolore.

Il prezzo da pagare

Alla fine dell’intervista, Cesare Cremonini sorride amaramente: «Ne sono uscito più forte. Ma avrei voluto che la mia storia restasse una canzone, non un capitolo di un libro». E forse è proprio qui il punto. Alcuni amori, quando finiscono, si dissolvono nel silenzio, altri, invece, diventano racconto. Il prezzo da pagare, però, per chi viene raccontato può essere altissimo.

Deborah Muratore

La mia passione per il cinema nasce da bambina, quando con mio padre organizzavamo serate a tema dividendo le settimane in categorie. Da allora non mi sono mai fermata, con un debole particolare per gli horror. Empatica e sempre sorridente, amo anche i cavalli, le persone genuine e la creatività in tutte le sue forme.