Come sarebbe stato The Amazing Spider-Man 3 con Andrew Garfield: una storia mai raccontata

Scopri come si immaginava il terzo film con Andrew Garfield: clone, Sinister Six, simbionte e ritorni scioccanti. Un capitolo che i fan vorrebbero ancora vedere.

Dopo il flop al botteghino di The Amazing Spider-Man 2, Sony aveva già grandi ambizioni per un terzo capitolo. Secondo le fonti, il titolo provvisorio era The Amazing Spider-Man 3: Resurrection, un nome che già prometteva risurrezioni e svolte oscuramente spettacolari.

Il progetto contemplava il ritorno di personaggi cari (o perduti): Gwen Stacy, ad esempio, sarebbe potuta tornare grazie a una formulazione scientifica che Peter Parker avrebbe usato per rigenerare ciò che aveva perso. Inoltre, nei piani di Sony e Marc Webb c’erano ambizioni da grande crossover: i Sinister Six dovevano entrare in scena, guidati da personaggi come Norman Osborn / Goblin.

Il tema del clone e la scienza come chiave narrativa

Una delle parti più affascinanti del copione mai realizzato riguardava la cosiddetta saga del clone. Secondo le e-mail trapelate da Sony, Peter avrebbe scoperto che Richard Parker, suo padre, non era morto come si pensava, ma aveva un legame più profondo da esplorare.

Questo elemento – già caro ai fumetti Marvel – avrebbe aggiunto una dimensione psicologica potente: non solo Peter lotta con la perdita di Gwen, ma anche con il concetto di identità e di eredità.

Il simbionte nero: un’ombra inquietante su Peter Parker

Uno dei concept più intriganti sviluppati dai fan (e emerso in materiali non ufficiali) prevedeva l’arrivo del costume nero per Andrew Garfield. Secondo queste ipotesi, il terzo film avrebbe affrontato il tema del simbionte, entrando nel territorio di Venom e portando Peter a confrontarsi con un lato oscuro di sé stesso.

Questo arco narrativo non sarebbe stato solo azione e poteri: avrebbe avuto una forte componente emotiva, legata al dolore per Gwen, al senso di colpa e alla responsabilità da eroe.

Il potenziale ritorno di figure chiave

Non solo Gwen: tra i piani ci sarebbe stato anche un grande ritorno di Norman Osborn. Marc Webb e Sony avevano in mente di riportare il Goblin classico, con Cooper pronto a tornare nel ruolo di Norman Osborn. Inoltre, secondo Denis Leary (che interpretava il Capitano Stacy), Peter avrebbe potuto risuscitare il padre Stacy, legato a questo tema della clonazione.

Tutta questa carne al fuoco avrebbe potuto dare vita a un film complesso, oscuro e pieno di tensione morale: non un semplice sequel, ma un capitolo di svolta.

Garfield: aperto a un ritorno, ma realistico

Andrew Garfield ha detto di essere disposto a tornare nel ruolo di Spider-Man se ci fosse un progetto “unico, emozionante e ben strutturato”. Eppure, al momento, Garfield è piuttosto scettico: secondo lui, The Amazing Spider-Man 3 “probabilmente non verrà mai realizzato”.

E se fosse ancora possibile?

I fan non hanno dimenticato. Ci sono concept artistici, poster concettuali e teorie narrative che continuano a circolare, come l’idea di un terzo film ambientato dopo No Way Home o con Spider-Gwen. Everyeye Cinema+1
Tom Holland, dal canto suo, una volta ha detto che “gli piacerebbe” vedere Garfield tornare per un terzo film, se fosse scritto nel modo giusto.

Un capitolo che avrebbe potuto cambiare tutto

The Amazing Spider-Man 3 con Andrew Garfield non è mai diventato realtà, ma le idee dietro quel progetto sono incredibilmente ambiziose. Clone, simbionte, Sinister Six… non era solo un film da supereroi. Era la possibilità di un Spider-Man più grande, più oscuro, più umano.

E oggi, guardando indietro, si può immaginare quanto quel film avrebbe potuto cambiare non solo la saga di Spider-Man, ma anche la visione che Sony aveva del suo eroe.

Simona Celano

Sono curiosa e mi piace osservare le persone e i dettagli della vita quotidiana, amo ascoltare più che parlare. Guardo film e serie TV quasi di ogni genere e mi lascio sempre sorprendere dalle storie che raccontano. Adoro i momenti semplici, come una passeggiata o passare il tempo a fare i dolci. A volte mi perdo nei miei pensieri, ma cerco sempre di imparare qualcosa da ogni esperienza. E, anche se non lo dico sempre, ogni piccolo dettaglio ha la sua importanza e merita di essere notato.