Più di 2 milioni di pellicola: il sorprendente acquisto di Nolan da Odissea nello Spazio

Christopher Nolan non ha mai nascosto la sua venerazione per Stanley Kubrick. Il regista britannico, da sempre paladino della pellicola analogica e della purezza cinematografica, considera 2001: Odissea nello Spazio una sorta di Bibbia visiva. Ma pochi sanno che il suo legame con il capolavoro del 1968 è andato ben oltre l’ammirazione: tre mesi dopo l’uscita del film, Nolan acquistò una parte delle riprese non utilizzate da Kubrick, più di due milioni di piedi di pellicola, un archivio sterminato di materiale grezzo che oggi rappresenta un tesoro cinefilo quasi mitologico.

Perché Nolan voleva quelle pellicole?

L’interesse del regista non era soltanto collezionistico. Nolan ha sempre studiato le tecniche di Kubrick per comprendere l’evoluzione del linguaggio cinematografico e la potenza narrativa dell’immagine pura. Avere accesso a quel materiale significava osservare da vicino il metodo kubrickiano: le prove, i movimenti di macchina, le variazioni di illuminazione, persino gli errori e le imperfezioni.

Per Nolan, quel lotto di pellicola non era un cimelio, ma un manuale di regia vivente.

Un’eredità tecnica che si riflette nei suoi film

Dunkirk (2017)

Molti critici sostengono che alcune scelte visive di Nolan – dall’uso del formato IMAX ai movimenti fluidi e monumentali della macchina da presa – portino l’impronta di quel materiale studiato con maniacale attenzione. La fisicità delle immagini di Interstellar, la precisione geometrica di Inception e perfino l’approccio documentaristico di Dunkirk sembrano dialogare con l’opera-mondo che è Odissea nello Spazio.

Nolan stesso, in più occasioni, ha dichiarato che il cinema è un mezzo che si comprende davvero solo toccandolo, manipolandolo, osservando la luce che attraversa la pellicola. E le bobine inutilizzate di Kubrick rappresentavano esattamente questo: un laboratorio di estetica cinematografica senza prezzo.

Riprese concluse: l “Odissey” di Nolan entra nella fase finale

Matt Damon nel prossimo film di Nolan

Le riprese di Odissey, il nuovo progetto monumentale di Christopher Nolan, si sono ufficialmente concluse dopo una lavorazione intensa e metodica, fedele alla tradizione del regista. Il set, girato interamente in pellicola e con ampio uso di IMAX, è stato caratterizzato da una cura ossessiva per i dettagli, con sequenze tecniche complesse che hanno richiesto settimane di preparazione. La produzione parla di un Nolan al massimo della sua forma, determinato a superare i suoi limiti e a spingere ancora più in là la sperimentazione visiva già intravista nei suoi ultimi film.

Verso il montaggio: ora inizia la vera odissea creativa

Con il girato finalmente completo, il progetto entra in quella che per Nolan è la fase più delicata: il montaggio. È qui che il regista costruisce il ritmo, modella il tempo narrativo e struttura i suoi celebri incastri visivi. Fonti vicine alla produzione descrivono una mole enorme di materiale, frutto di mesi di lavoro maniacale e di centinaia di rulli di pellicola. Sarà in sala di montaggio che Odissey troverà la sua forma definitiva, trasformando quel vasto archivio di immagini nella nuova, ambiziosa visione che Nolan promette di portare sullo schermo

Federico Chiarenza

Scrivere, per me, è il modo più naturale di trasformare le passioni in qualcosa che arrivi agli altri: recensioni, approfondimenti, news, teorie e tutto ciò che ruota attorno a ciò che rende il cinema (e il mondo nerd) un posto in cui perdersi. Se un argomento mi accende, puoi star certo che gli dedicherò parole, cuore e un bel po’ di entusiasmo.