La donna che sconfisse Hugh Hefner: Come Adelina Tattilo trasformò Playmen nell’incubo di Playboy

Adelina Tattilo è stata un’editrice, giornalista e produttrice cinematografica italiana, figura di riferimento del femminismo, ricordata per le sue battaglie, avviate negli anni Sessanta, volte a rivoluzionare i costumi sociali e sessuali del Paese. Fu la mente dietro Playmen, rivista erotica mensile che, sulla scia dell’esperienza americana di Hugh Hefner e poi di Larry Flint, puntava a promuovere una nuova libertà di espressione e a liberare la società da moralismi e ipocrisie.

La sua gioventù

Immagine di Adelina Tattilo

Originaria di Manfredonia e cresciuta in una famiglia di forte tradizione cattolica, da giovane fu mandata a studiare in un istituto religioso gestito da suore a Ivrea (TO). Negli anni Sessanta Tattilo diede vita a Menelik, un settimanale di fumetti a tema erotico che ottenne un enorme riscontro, grazie anche al personaggio di Bernarda. La rivista raggiunse punte di vendita impressionanti, arrivando a toccare le 100.000 copie ogni settimana.

Nel 1965 Tattilo e il marito Saro Balsamo lanciarono il settimanale musicale Big, una rivista pensata per il pubblico giovanile che raccontava soprattutto ilmondo del beat, distinguendosi da testate come Ciao Amici e Giovani grazie a un taglio più impegnato.

Big rispondeva anche alle domande dei lettori su temi legati alla sessualità e raggiunse nel 1966 la notevole cifra di 450.000 copie vendute a settimana. L’anno seguente debuttò Men, una raccolta settimanale di fotografie di modelle senza veli, acquistate soprattutto dai Paesi scandinavi o tramite agenzie italiane.

Il fondatore della rivista

Playmen nacque nel 1967 su iniziativa dell’ex marito Rosario Balsamo, che si ispirò a Playboy, allora proibito in Italia. Tattilo raccontò che l’avvio della rivista richiese un investimento di 640.000 dollari e che, già nel 1971, il suo valore era salito a circa 1.600.000 dollari. Dopo una lunga disputa legale con il coniuge, Tattilo ottenne la gestione completa del mensile. Lei rimase a Roma per dirigere Men e Playmen, mentre Balsamo si trasferì a Milano, dove nel 1970 fondò la rivista Le Ore.

Foto di Adelina Tattilo

Lei era la mente dietro Playmen: prendeva tutte le decisioni editoriali, compresa la scelta delle modelle di copertina, e si assumeva ogni responsabilità. Fu lei, per esempio, a pubblicare gli scatti, realizzati da paparazzi rimasti anonimi, che ritraevano Brigitte Bardot in topless mentre prendeva il sole.

All’inizio degli anni Settanta la sua casa editrice entrò anche nel settore librario, pubblicando il Dizionario della Letteratura Erotica, La marijuana fa bene e Playdux (1973), un’opera che raccontava il fascismo attraverso una lente erotica. Negli anni Sessanta e Settanta Adelina Tattilo si batté per una visione libertaria, radicale e socialista dell’Italia, e mantenne un rapporto di amicizia con Bettino Craxi.

Il lancio di una rivista

Nel maggio del 1974 portò in edicola Libera. Il giornale della donna moderna, unarivista pensata per la cosiddetta “borghesia femminista”, di cui divenne anche direttrice responsabile. La pubblicazione affrontava temi politici e di costume, alternando argomenti cari al movimento femminista a servizi di moda e fotografie di nudo maschile.

Questa scelta generò spesso polemiche tra le frange più radicali del femminismo che, come dichiarò Grazia Francescato, allora direttrice di Effe, consideravano Libera una forma di “di uno pseudo-femminismo pericolosissimo, perché impostato tutto su una falsa liberazione sessuale”.

La scrittura di un libro

Nel 1976 partecipò alla realizzazione del libro “Prendine mille e una, ma non sposarne alcuna”, edito da Guida, una raccolta originale e pungente di interviste curate da Luigi Silori a numerose figure femminili di spicco sul tema del matrimonio, ispirata a un’opera minore di Monsignor Della Casa. Tra le intervistate comparivano personalità come Mirella Freni, Luisa Spagnoli, Paola Pigni, Franca Falcucci, Oriana Fallaci e Vittoria Ronchey.

Nello stesso anno fu anche co-prodruttrice del film “Stato interessante”, un’opera che affrontava il delicato tema dell’aborto attraverso tre storie parallele ambientate in diversi contesti sociali, ciascuna segnata da una gravidanza non desiderata.

Negli anni ‘90 pubblica una nuova rivista

Carolina Crescentini in una scena della serie Mrs. Playmen in cui interpreta Adelina Tattilo

Negli anni Novanta, adeguandosi ai cambiamenti culturali e al mutare della morale pubblica,Tattilo diede vita, insieme ad Alessandro Malatesta, all’epoca pseudonimo di Alessandro Clericuzio, a una nuova rivista dedicata al nudo maschile, destinata non al pubblico femminile ma alla comunità gay: Adam. Il magazine rimase in pubblicazione per circa cinque anni, raggiungendo i cinquanta numeri e ottenendo un notevole riscontro.

In un’edizione comparve persino una vignetta di Tex Willer reinterpretato in chiave omosessuale; il creatore del celebre fumetto, invece di adire vie legali, accolse l’idea con ironia e rinunciò a qualsiasi richiesta di diritti d’autore, temendo che un’azione formale potesse essere letta come un gesto discriminatorio.

La sua morte

Adelina Tattilo si è spenta il 1º febbraio 2007 a Roma, presso la casa di cura Villa Flaminia, in seguito al peggioramento di una malattia incurabile. Aveva 78 anni. Lascia tre figli, che già da tempo erano coinvolti nella gestione dell’attività editoriale di famiglia.

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Arianna Ambrosi

Mi chiamo Arianna, ho 30 anni e vengo da Roma. Ho un'enorme passione per il mondo dell'intrattenimento, soprattutto per cinema e serie tv, ma adoro anche il teatro. Sono sempre aggiornata sulle tendenze del momento e per questo motivo mi piace informare le persone sulle novità! Ho un'amore sfrenato per tutto ciò che riguarda la Disney e per questo motivo alla mia laurea magistrale ho scritto la mia tesi su questo tema, nello specifico "L'evoluzione della donna nei film d'animazione Disney". Sempre inerente alla Disney, per i miei 30 anni mi sono regalata il viaggio a Disneyland.