Il film che Christopher Nolan ha perso (e come gli ha cambiato la carriera)

Christopher Nolan

Christopher Nolan si prepara a varcare un nuovo confine epico con L’Odissea, la sua prossima avventura cinematografica ispirata al poema di Omero. Ma, come ha raccontato di recente, non è la prima volta che il regista britannico sfiora un racconto mitico: molto prima di rivoluzionare il cinecomic, Nolan era stato vicinissimo a dirigere Troy.

L’epopea perduta

In un’intervista con Empire Magazine, Nolan ha svelato che all’inizio degli anni Duemila era stato scelto dalla Warner Bros. per dirigere Troy, l’adattamento hollywoodiano dell’Iliade poi affidato a Wolfgang Petersen. Quando lo studio cambiò direzione e decise di riprendere in mano altri progetti, l’occasione sfumò — ma da quella decisione inaspettata nacque qualcosa di ancora più grande.

“Ero stato assunto per dirigere Troy,” ha raccontato Nolan. “Ma quando lo studio decise di non procedere con il film di supereroi Batman contro Superman, restò un vuoto nella programmazione, e mi offrirono un altro progetto…”

Quel progetto fu Batman Begins. Lo stesso film che, anni dopo, avrebbe ridefinito per sempre il modo di raccontare i supereroi al cinema.

Dalla delusione al “premio di consolazione” che cambiò tutto

Lo stesso Nolan ha descritto Batman Begins come un “premio di consolazione”, un’espressione ironica e sorprendente considerando quanto quella trilogia sia stata poi cruciale per l’evoluzione del genere supereroistico. La sua visione realistica e introspettiva di Bruce Wayne e del Cavaliere Oscuro ha trasformato un franchise in icona culturale. Eppure, il fascino del mondo antico non aveva mai smesso di attrarlo. Nolan ha ammesso che l’esperienza mancata con Troy gli era rimasta impressa: “Era un universo che mi interessava moltissimo. Alcune immagini, come il cavallo di Troia, non le ho mai dimenticate.” Quelle idee, rimaste in sospeso per anni, hanno finito per ispirare la sua nuova impresa: L’Odissea.

L’Odissea: il ritorno al mito

Per Nolan, il fascino dell’opera omerica nasce da una riflessione sullo stato del cinema contemporaneo. “Cerco sempre spazi vuoti nella cultura cinematografica, storie che nessuno ha ancora raccontato con il rigore e il peso che meritano,” ha spiegato. “I grandi film mitologici con cui sono cresciuto — quelli di Ray Harryhausen, ad esempio — non hanno mai avuto l’impatto visivo e produttivo che oggi un film in IMAX può offrire.” Con un cast che riunisce nomi come Matt Damon, Tom Holland, Zendaya, Robert Pattinson, Lupita Nyong’o, Anne Hathaway, Charlize Theron, Benny Safdie, Elliot Page, Jon Bernthal e Mia Goth, L’Odissea promette di essere la rilettura più ambiziosa di un classico mai tentata al cinema moderno.

L’epica nel destino

Guardando indietro, è curioso pensare che un mancato film possa aver definito una carriera. Troy — con Brad Pitt, Eric Bana, Orlando Bloom e Diane Kruger — incassò quasi 500 milioni di dollari nel 2004, nonostante un’accoglienza critica altalenante. Ma il destino di Nolan era altrove: senza quella deviazione, forse non avremmo mai visto il realismo cupo e sofisticato di Batman Begins, né l’approccio filosofico al mito che oggi lo spinge verso L’Odissea.

Il ritorno al mito

Il percorso di Nolan sembra seguire un filo tematico coerente: dai supereroi visti come divinità contemporanee, all’esplorazione del mito classico nella sua forma più autentica. Non stupisce che voglia ora affrontare la storia di Ulisse, emblema dell’intelligenza umana e della lotta contro il fato. In fondo, anche Bruce Wayne, Cobb di Inception o Oppenheimer sono eroi tragici plasmati dall’ingegno e dalla colpa — figure perfette per l’universo narrativo di Nolan.

Nel suo prossimo viaggio, il regista non riscriverà solo un classico: cercherà, ancora una volta, di ridefinire il genere stesso. E in un curioso gioco del destino, tutto è cominciato da quella Troy che non si è mai fatta.

Umberto Caiazzo

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