Da Alien a Blade Runner: Perché la fantascienza continua ad attrarci così tanto?

Creature xenomorfe e larve endoparassite dallo spazio profondo, macchine cibernetiche assassine, intelligenze artificiali giunte alla singolarità, mutazioni genetiche metabiologiche, guerre termonucleari e futuri distopici, nonostante tutto questo il genere fantascientifico continua esercitare il suo fascino su spettatori di tutto il mondo.

La fantascienza si è imposta fin da subito come una riflessione sulle conseguenze di ciò che accade nel nostro presente, su quali implicazioni nefaste possono scaturire dai progressi tecnologici in corso.

Nascita del Cinema Fantascientifico

Nei suoi primordi il genere fantascientifico sfrutta le potenzialità del medium cinematografico per raccontare di civiltà futuristiche e mondi lontani, sognando un futuro in cui la specie umana viaggia nell’universo. Il potere illusionistico del cinema permette di creare scenografie e raccontare storie che a teatro non sarebbe possibile mettere in scena. Uno dei primi esempi è Le voyage dans la Lune di George Méliès. Il film unisce elementi fantasy e pseudoscientifici per immaginare il viaggio dell’uomo sulla luna. Méliès è stato uno dei maggiori esponenti del cinema di fantascienza di inizio novecento, i suoi film traboccano di vitalità e potente immaginazione uniti a un ottimismo di fondo all’interno dei suoi racconti. Accanto a questa corrente fantastica e onirica dei primi film, nasce una corrente che immagina un futuro esacerbato dalle contraddizioni della società contemporanea. Uno dei film simbolo di questa narrazione è Metropolis (1927) di Fritz Lang. In una società futuristica del 2026 la classe dei ricchi industriali costringe al continuo lavoro la classe proletaria relegata nel sottosuolo, che decide alla fine di ribellarsi. Il film rappresenta le tensioni socioeconomiche presenti all’inizio del secolo scorso.

Raccontare il futuro per capire il presente

Metropolis ha gettato le fondamenta narrative del cinema di fantascienza contemporaneo e dell’estetica cyberpunk degli anni’80, influenzando numerosi registi. Il genere fantascientifico si presenta così rinnovato di una veste più cupa e meno sognante, portando in scena le ansie e le paure verso il futuro vissute dall’umanità. Gli ultimi anni del XX secolo sono stati caratterizzati da forti progressi tecnologici e scientifici, e da molte proteste per i diritti umani, che hanno fornito il carburante a molti cineasti per riflettere sui cambiamenti sociali. Il genere fantascientifico, come l’horror, permette di camuffare le critiche sociopolitiche a istituzioni, governi e figure politiche in ambientazioni e contesti extraterrestri e futuristici eludendo così la censura e attirando produttori e distributori.

Alien: Una società malata

Un film emblema di critica sociale camuffata è il film Alien (1979) di Ridley Scott, opera capostipite del fanta-horror. La trama apparentemente semplice cela in realtà tutti gli stravolgimenti sociali e la paura per il progresso tecnologico che caratterizzavano quegli anni. La nave spaziale mercantile Nostromo della Weyland Corporation sta tornando verso la terra, quando l’equipaggio della nave viene risvegliato dal criosonno dal computer Mother per una richiesta di aiuto proveniente da un pianeta. L’equipaggio decide di seguire il segnale, e atterrando sul pianeta entra in contatto con una creatura spaventosa nata con il solo scopo di uccidere. Il film mette scena l’antica paura dell’uomo verso l’ignoto. Dieci anni dopo l’allunaggio, il film trasporta i pericoli dell’avventura e dell’esplorazione dalle giungle dell’Asia alle profondità oscure dello spazio. Ma le frontiere dell’ignoto non sono solo spaziali, ma anche sociali e tecnologiche. Gli anni ’70 sono un periodo di rivoluzione sessuale, e avvengono le prime gravidanze in vitro e le inseminazioni artificiali. E in Alien è presente anche una perversione della gravidanza. I nuovi progressi scientifici erano visti dalla maggioranza delle comunità cristiane come una deumanizzazione.

Nuovi Mondi in cui rifugiarci

Oltre a ciò, i film di fantascienza riescono a sopperire a un bisogno che oggi è sentito più che mai. Il bisogno di avventura e scoperta insito nell’uomo non può esprimersi in una società che non dà spazio al mistero e all’ignoto. L’avvento di una società fatta di risposte ha minato alla base il desiderio dell’uomo di ricerca, di scoperta dei confini per travalicarli. La nostra immaginazione può sfogarsi solo attraverso nuovi mondi che prendono vita sul grande schermo. Il pianeta Pandora di Avatar creato da James Cameron, oltre a una metafora del colonialismo e dell’ecocidio in corso, è un ritorno alla fantascienza classica e fantastica di Méliès. Pandora è un mondo verso cui evadere, un mondo in cui sono presenti centinaia di migliaia di piante e animali da scoprire e catalogare. Un mondo che permette allo spettatore di sognare e di ritornare ad essere un esploratore, e di rivivere l’atavica emozione di scoperta ed euforia offerta dall’ignoto.

Il genere fantascientifico ha conosciuto innumerevoli tappe, ha cambiato forma fondendosi con generi diversi e adottando stili incredibilmente variegati. Oggi la fantascienza, come un Giano bifronte, sta guardando sia al passato come fonte di ispirazione sia al futuro offerto dalle nuove frontiere tecnologiche.

Antonio Guercio

Sono da sempre un appassionato di storie. Scrivere per me è un piano superiore per apprezzare l'arte. Scrivere di libri, cinema, musica, videogiochi, fumetti, eventi mi permette di andare oltre la semplice esperienza immediata. Qualcuno ha chiamato il cinema "il regno delle ombre" ma per me è il medium che più di tutti riesce a illuminare. Cultore devoto e di ogni film A24 e NEON. Fedele discepolo di Martin Scorsese, Edgar Wright, Guillermo del Toro, Hideo Kojima, Murakami Haruki. Cinefilo da fuori orario.