Daisy Ridley risorge nell’horror post-apocalittico We Bury The Dead

We bury the dead

Dimenticate la giovane eroina di Star Wars: Daisy Ridley è pronta a sporcarsi le mani, letteralmente, con il fango e il sangue di un film che guarda dritto negli occhi della paura. Con We Bury The Dead, l’attrice britannica lascia le galassie lontane per addentrarsi in un mondo dominato dai fantasmi del passato e da un’umanità alla deriva. È un horror australiano diretto da Zak Hilditch, regista noto per il suo sguardo realistico e malinconico, già autore del potente adattamento di Stephen King 1922 per Netflix e del dramma esistenziale Rattlesnake.

In questa nuova storia, Hilditch affronta il tema della perdita collettiva e personale attraverso la lente del sovrannaturale. L’horror diventa una metafora, uno specchio di una società che non sa più elaborare i propri lutti. Ridley si cala in un personaggio vulnerabile ma determinato, una donna che combatte contro l’impossibile senza sapere se la vera minaccia venga dai morti o dai vivi.

Trama – quando i morti non restano morti

Nel film, Daisy Ridley interpreta Ava, una donna alla ricerca del marito scomparso dopo un catastrofico disastro militare. Sullo sfondo di un’Australia post-apocalittica, i morti non restano più tali: si rialzano, camminano e perseguitano i vivi. Ciò che inizia come un viaggio per ritrovare un uomo amato diventa un incubo tra deserti, strutture militari abbandonate e città sommerse dal silenzio. Ava scoprirà che non c’è solo la resurrezione fisica, ma anche quella emotiva: la necessità di fare i conti con la propria colpa e con un passato che continua a bussare.

La regia di Hilditch, stando alle prime recensioni dal SXSW Film Festival, punta sulla tensione e sui contrasti emotivi. Pochi effetti speciali, tanto respiro realistico: We Bury The Dead cerca di spaventare non con l’orrore visivo, ma con la disperazione dei suoi personaggi. L’autore australiano costruisce un racconto dove la paura si intreccia con il dramma umano, e in cui ogni resurrezione è una condanna.

Il trailer svela un’angoscia silenziosa

Il trailer, presentato a marzo al SXSW, ha immediatamente attirato l’attenzione per la fotografia decadente e per il tono intimo che si discosta dai classici zombie movie. Ridley appare in perfetta sintonia con l’atmosfera sporca e viscerale del film: sguardo teso, respiro corto, corpo ferito. La sua Ava non è un’eroina pronta a sparare, ma una donna spaventata che impara a resistere solo grazie alla memoria di ciò che ha perso. È proprio questa dimensione umana, secondo i primi commenti della critica, a rendere We Bury The Dead unico nel panorama horror degli ultimi anni.

Uscita e distrubizione

We Bury The Dead arriverà per la prima volta nei cinema di Australia e Nuova Zelanda il 9 ottobre 2025, mentre negli Stati Uniti la distribuzione è prevista per il 2 gennaio 2026. Non ci sono ancora notizie ufficiali sul debutto italiano, ma la curiosità attorno al titolo cresce di settimana in settimana. Sui social, molti fan sperano in un’anteprima al Torino Film Festival o a Sitges, dove l’horror d’autore trova spesso terreno fertile. Il nome di Daisy Ridley potrebbe garantire al film la spinta necessaria per una distribuzione più ampia anche in Europa.

Daisy Ridley e la rinascita artistica

Negli ultimi anni l’attrice ha dimostrato di voler percorrere sentieri meno prevedibili, scegliendo progetti indipendenti e complessi. We Bury The Dead rappresenta una tappa importante di questo percorso: un film che le permette di spingersi oltre la fisicità dell’azione per abbracciare la vulnerabilità e la paura. Zak Hilditch, dal canto suo, ha trovato in lei la protagonista perfetta per raccontare un’apocalisse che è più emotiva che spettacolare. Un mondo distrutto non solo dai morti che tornano, ma dall’incapacità dei vivi di lasciarli andare.

Cosa aspettarci

We Bury The Dead non è l’ennesimo film di zombie: è un horror che parla di noi, della necessità di chiudere i conti con il passato e della paura di non riuscirci. Daisy Ridley, con uno sguardo che unisce fragilità e determinazione, porta il pubblico dentro un incubo autentico, dove la più grande battaglia non è contro i morti, ma contro la memoria.

Umberto Caiazzo

Scrivere è da sempre il mio modo naturale di esprimermi e di confrontarmi con il mondo. Appassionato compulsivo di Film, serie Tv e qualunque contenuto inerente al mondo del cinema. Nerd dalle scuole medie, sempre interessato a far sapere la propria opinione e soprattutto sapere quella degli altri!