Dal joystick al grande schermo: i film tratti dai videogiochi più famosi di sempre

Cinema e videogiochi, oggi più che mai, camminano fianco a fianco. E noi? Siamo pronti a seguirli in entrambi i mondi, che sia con un controller in mano o seduti in una sala cinematografica, con la stessa passione di sempre.
C’è stato un tempo in cui cinema e videogiochi si guardavano con diffidenza. Due mondi paralleli, distanti, quasi in competizione. Poi qualcosa è cambiato. La tecnologia è avanzata, le storie si sono fatte più profonde e i confini si sono assottigliati. Oggi, è difficile dire dove finisca lo schermo e dove inizi il controller. Il cinema ispira i videogiochi e questi, a loro volta, conquistano il grande schermo. E non parliamo solo di operazioni commerciali, ma di veri e propri ponti culturali. In questo viaggio ripercorriamo i casi più famosi di film diventati videogiochi, e viceversa, per capire come questi due linguaggi narrativi si rincorrano da oltre trent’anni.
Quando un film diventa un videogioco (e funziona davvero)
Tra i primi casi memorabili di adattamento c’è sicuramente Il Signore degli Anelli. Quando “Le due torri” uscì al cinema nel 2002, pochi mesi prima era già arrivato, nei negozi, il videogioco omonimo, prodotto da EA Games. Non si trattava di un collegamento qualunque, anzi, includeva anche scene inedite tratte dal primo film, le voci originali degli attori e un gameplay ispirato agli action più intensi del periodo. Disponibile su PlayStation 2, Xbox, GameCube e Game Boy Advance, fu un successo commerciale ed un esempio di come un universo narrativo possa espandersi ben oltre la sala cinematografica.
Lo stesso accadde con Jurassic Park, che nel 1993 rivoluzionò il concetto di blockbuster. In contemporanea con il film, SEGA lanciò una serie di adattamenti videoludici che fecero impazzire i fan. Su Genesis, il giocatore poteva persino interpretare un Velociraptor, in una modalità di gioco sorprendentemente avanzata per l’epoca. Il legame tra Spielberg e il mondo dei videogiochi non si fermò lì. Anche Indiana Jones e E.T. ebbero i loro adattamenti.
Un altro esempio interessante è quello di Harry Potter, che dal 2001 in poi ha invaso le console di tutto il mondo con una serie di videogiochi prodotti da EA. Le versioni per PC e PlayStation 1 erano completamente diverse l’una dall’altra, quasi come se raccontassero due storie parallele. Una scelta coraggiosa, ma che ha premiato con vendite da capogiro ed un pubblico sempre più coinvolto.
Quando il videogioco diventa film (e conquista il botteghino)
Il processo inverso è stato forse ancora più significativo. Super Mario Bros, nato nel 1985 come mascotte della Nintendo, divenne nel 1993 uno dei primi videogiochi a ricevere un adattamento cinematografico live-action. Il film fu un disastro commerciale, ma oggi è un cult assoluto, amatissimo per il suo tono surreale e per quanto fosse distante dal materiale originale. Trent’anni dopo, nel 2023, il brand si è rifatto completamente il look con The Super Mario Bros. Movie, film d’animazione prodotto da Illumination e Nintendo, che ha battuto ogni record di incasso, diventando il film d’animazione di maggior successo dell’anno.
Un altro caso emblematico è quello di Resident Evil. Il survival horror creato da Capcom nel 1996, ha generato non solo una saga di videogiochi longeva, ma anche un franchise cinematografico che, tra il 2002 e il 2016, ha prodotto sette film interpretati da Milla Jovovich. Amati dal pubblico ma criticati dalla stampa, questi film hanno comunque incassato oltre un miliardo di dollari nel mondo. La versione più recente, Resident Evil: Welcome to Raccoon City, uscita nel 2021, ha tentato un reboot più fedele ai giochi originali, ma con risultati altalenanti.
Uncharted, invece, ha seguito un percorso quasi inverso. Nato come videogioco per PlayStation 3 nel 2007, ha avuto un adattamento cinematografico solo nel 2022, con Tom Holland nei panni di Nathan Drake. Il film ha diviso pubblico e critica, ma ha ottenuto un buon risultato al botteghino, segno che le storie nate su console possono trovare spazio anche nel linguaggio visivo del cinema mainstream.
Anche Sonic the Hedgehog, mascotte storica della SEGA, ha avuto la sua rivincita. Dopo un primo trailer disastroso nel 2019, con un design del personaggio talmente criticato da costringere lo studio a rifarlo da zero, il film uscì nel 2020 ed ebbe un enorme successo. Il sequel del 2022 ha confermato il trend, trasformando Sonic in una vera icona anche per le nuove generazioni.
Le nuove frontiere tra cinema e gaming
Negli ultimi anni, diversi franchise videoludici hanno trovato nuova vita sul grande schermo. Tomb Raider, ad esempio, è passato dallo status di icona videoludica a protagonista cinematografica con due versioni molto diverse: quella più action ed esagerata con Angelina Jolie, nei primi anni Duemila, e quella più realistica e cupa interpretata da Alicia Vikander nel reboot del 2018.
Un altro tentativo ambizioso è stato quello di Assassin’s Creed, che nel 2016 ha cercato di tradurre l’universo complesso del videogioco in un film d’azione con Michael Fassbender. Nonostante la forte aspettativa da parte dei fan, il risultato ha diviso il pubblico, dimostrando quanto sia difficile adattare fedelmente le meccaniche narrative dei giochi.
Eppure, l’interesse verso questo tipo di adattamenti continua a crescere. Lo dimostra il caso recente di Five Nights at Freddy’s, tratto dall’omonimo horror indie nato su PC e mobile, che ha saputo trasformare un’esperienza videoludica minimale in un prodotto cinematografico capace di conquistare una nuova fascia di pubblico.
Se in passato i film tratti da videogiochi erano spesso giudicati male, oggi le produzioni cinematografiche si prendono più tempo, più budget e più cura nella scrittura. L’obiettivo non è più solo sfruttare un brand, ma costruire un mondo coerente che possa vivere sia sul grande schermo che dentro una console. E viceversa, i videogiochi tratti da film non sono più semplici “giochi su licenza”, ma prodotti narrativi complessi, in grado di espandere l’universo originale.