David Bowie non è stato solo un genio della musica, ma una vera e propria icona della cultura pop. Tuttavia, c’è un aspetto della sua carriera che spesso passa inosservato e sul quale spesso rifletto. Sebbene il suo genio musicale sia noto in tutto il mondo, David Bowie ha anche recitato in una serie di film che, nonostante non sempre siano diventati blockbuster, sono riusciti a lasciare un segno culturale. Tra questi, troviamo The Prestige (2006) di Christopher Nolan, ma uno dei più memorabili è sicuramente Labyrinth (1986) di Jim Henson, il cui possibile ritorno in sala nella versione restaurata ha già suscitato un certo mormorio tra i fan.
Scopriamo allora insieme la carriera cinematografica di David Bowie, ricca di pellicole affascinanti, alcune delle quali meritano di essere riscoperte.
David Bowie, un artista a 360 gradi
David Bowie ha da sempre incarnato il concetto di reinvenzione e metamorfosi. La sua carriera musicale è stata segnata da trasformazioni stilistiche continue, passando dal glam rock al soul, dal funk al jazz. E questo stesso spirito di innovazione lo ha avvicinato anche al grande schermo, dove ha interpretato ruoli che spaziavano dal drammatico al fantastico.

Il suo primo ruolo cinematografico arriva nel 1976 con L’uomo che cadde sulla Terra di Nicolas Roeg, un film di fantascienza che esplora temi profondi come l’alienazione e la solitudine. La sua interpretazione del protagonista, l’alieno Thomas Jerome Newton, è positivamente sconcertante. David Bowie, alla sua prima esperienza, riesce là dove molti nomi di fama oggi non riuscirebbero, risollevando le sorti di un film che altrimenti sarebbe stato privo di sostegno, infondendo al suo personaggio una qualità inquietante che si fonde perfettamente con l’essenza del suo alter ego musicale.
Cinema e musica, una fusione perfetta
Nel corso della sua straordinaria carriera, David Bowie ha preso parte a una serie di film che hanno cementato la sua reputazione come attore versatile, non disdegnando anche pellicole potenzialmente ostili al grande pubblico. Furyo (Merry Christmas Mr. Lawrence, 1983), ad esempio, è un film drammatico, ambientato in un campo di prigionia giapponese, in cui Bowie recita al fianco di Tom Conti e Takeshi Kitano.

In questo film, il Duca Bianco interpreta il prigioniero di guerra Jack Cellier che instaura un rapporto ambiguo con Yanoi, il comandante del campo. Un ruolo che senza ombra di dubbio dimostra ancora una volta l’anima indipendente di Bowie che ha sempre dettato le proprie regole. Un ruolo, inoltre, che gli consentì di esplorare le sfumature più complesse della sua capacità attoriale.
Un altro esempio di come David Bowie fosse in grado di adattarsi a ruoli molto diversi è Miriam sì sveglia a mezzanotte (The Hunger, 1983), un thriller gotico di Tony Scott, presentato fuori concorso a Cannes, in cui interpreta John, un vampiro aristocratico. Il film, sebbene non abbia avuto grande successo al botteghino, è diventato un classico per gli amanti del genere horror e per i fan di David Bowie, grazie alla sua atmosfera seducente e alla sua performance magnetica.
Volendo invece citare nomi importanti del cinema vanno assolutamente ricordati L’ultima tentazione di Cristo (1988) di Martin Scorsese e Fuoco cammina con me (1992) di David Lynch. Nota di merito, infine, va anche alla parte nascosta di Bowie, quella più ironica e elegantemente ironica: il cantante infatti apparì in un cameo nella commedia, parodia del mondo della moda, Zoolander (2001).
Un legame con il fantastico e il misterioso
Che si tratti di un film di fantascienza, di un dramma psicologico o di un film fantasy, Bowie riusciva sempre a portare un elemento di incertezza e di magia, come se ogni suo personaggio fosse una fusione tra il reale e l’irreale. Questa qualità, che gli conferiva una certa aura di enigmaticità, era perfettamente in linea con il suo stile musicale e la sua personalità pubblica, sempre capace di sfuggire a qualsiasi definizione.

I suoi ruoli non erano mai banali, ma portavano sempre con sé una certa inquietudine e mistero, che invitava il pubblico a riflettere e a guardare oltre la superficie. Sebbene non sia stato un attore prolifico come altri colleghi, la sua carriera cinematografica è un caleidoscopio di esperimenti visivi e emotivi, che hanno reso ogni sua apparizione sul grande schermo un evento speciale.
Labyrinth, dove tutto è possibile
Un film che a mio avviso merita un’attenzione particolare, e che ha visto David Bowie di nuovo come protagonista, è sicuramente Labyrinth. Un capolavoro del cinema fantasy diretto da Jim Henson, creatore dei Muppets. Nel film, David Bowie interpreta il re dei goblin, Jareth, un personaggio misterioso e affascinante che rapisce il fratellino della protagonista, Sarah, interpretata da una giovane Jennifer Connelly, costringendola a intraprendere un’avventura nel suo regno incantato.
Sebbene il film inizialmente non sia stato un successo clamoroso, nel corso degli anni ha acquisito, a ragione, uno status di culto. La performance di Bowie, con la sua presenza magnetica e il suo look iconico, è diventata una delle più amate e riconosciute della sua carriera cinematografica. Un film dove amore e amicizia si mescolano senza mai palesarsi. Un viaggio labirintico attraverso le emozioni. La perdita, la paura e l speranza.

E ora, noi piccoli fan di Labyrinth abbiamo una nuova ragione per emozionarci: pare infatti che la pellicola possa tornare nelle sale cinematografiche in versione restaurata in occasione dei 40 anni dalla sua uscita nelle sale avvenuta a gennaio 1986.
La notizia sta iniziando a circolare in queste ore oltre oceano, dove i fan di Bowie si sono scatenati nell’attesa di rivedere sul grande schermo le straordinarie avventure di Sarah e del suo incontro con Jareth. Questo ritorno nelle sale al momento è previsto infatti principalmente in Nord America e Canada, ma si spera che anche in Italia venga organizzata una proiezione speciale, dato l’affetto che il pubblico italiano nutre per la figura di Bowie e il film stesso.
Nell’attesa della notizia ufficiale possiamo dire che David Bowie sia stato davvero un artista a 360 gradi. Ha saputo spaziare tra più forme di arte, lasciando un segno indelebile sia nella musica che nel cinema. Se non avete mai visto Labyrinth o alcuni dei suoi altri film, è arrivato il momento di recuperare. E chissà, magari assistere al ritorno di Labyrinth nelle sale sarà l’occasione giusta per riscoprire il lato cinematografico di uno dei più grandi artisti della storia.

