Diane Keaton non è stata solo un volto noto del grande schermo, ma una rivoluzionaria del cinema americano. Con uno stile inconfondibile e una presenza scenica magnetica, ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema.
La carriera cinematografica di Diane Keaton inizia nel 1970, ma è nel 1972 che il grande pubblico la scopre nel capolavoro di Francis Ford Coppola: Il Padrino. Nel ruolo di Kay Adams, moglie di Michael Corleone, Diane interpreta un personaggio inizialmente secondario ma destinato a diventare iconico e a scritturare il suo nome nell’olimpo del cinema.
Pochi sanno che fu proprio Coppola a volerla nel cast, convinto che in lei si nascondesse qualcosa di speciale. Eppure, Diane era terrorizzata all’idea di recitare nel film e temeva di non essere all’altezza. Dopo aver visto le prime riprese era sicura che l’avrebbero licenziata. Invece, da quel momento in poi, il suo nome ha brillato ininterrottamente tra le stelle di Hollywood.
Woody Allen, l’Oscar e un fascino senza regole
l 1978, Diane conquista l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista per “Io e Annie” (Annie Hall) diretta da Woody Allen, all’epoca suo compagno e amico di una vita. Una pellicola straordinaria. Un film che ha riscritto le regole della commedia romantica! Sapevate che Annie era il soprannome che Woody le aveva dato e Hall è il vero cognome di Diane? Che sia stato non un semplice film, ma una vera e sincera lettera d’amore su pellicola? Una lettera d’amore alla Woody Allen s’intende! Nella sua autobiografia “A proposito di niente” (2020) scrive:
“ci sono personalità che illuminano una stanza. La sua illuminava un viale. Adorabile, spiritosa, con uno stile tutto suo. Quando finì, sapevamo di dover vedere anche le altre attrici, ma le avevamo già dato la parte”.
E come non darle la parte?!
Una personalità indiscutibile. Diane Keaton non ha costruito la sua immagine! I completi maschili, i cappelli a tesa larga, le cravatte e i mocassini erano parte di un fascino senza tempo e senza regole. Erano parte di lei. Non ha avuto mai bisogno di sottostare alle regole dell’industria, ma ha scritto le sue stesse regole e Hollywood ha saputo capirla, conquistarla e, come in rari altri casi, proteggerla.
Diane Keaton non si è mai lasciata incasellare. Ha attraversato i generi con eleganza e audacia: dai cult alle commedie leggere come “Il padre della sposa” (1991), al fianco di Steve Martin (Only Murders in The Building), alle intense interpretazioni in drammi come “Reds” (1981) diretto da Warren Beatty, con cui ebbe anche una relazione durante le riprese.
Negli anni 2000, instancabile e sempre fedele a se stessa, ha continuato a sorprendere e reinventarsi. Non possiamo dimenticarci di “Tutto può succedere” (2003) con Jack Nicholson, ruolo che le è valso un’altra candidatura agli Oscar a 57 anni. E sappiamo di poter contare sulle dita di una mano le attrici che, a quest’età, possono vantare candidature importanti (a buon intenditor, poche parole).
Diane Keaton rimarrà sempre un ricordo indelebile
Diane Keaton ci lascia l’11 ottobre 2025, a 79 anni. Lo fa con la stessa discrezione con cui ha sempre vissuto la sua vita fuori dal set. Lontana dai riflettori, senza scandali, fedele a se stessa. Sappiamo che dall’età di vent’anni ha sempre combattuto con tumori della pelle. “Una questione di famiglia” diceva lei per chiudere velocemente l’argomento. Sappiamo anche che ha combattuto con la bulimia. Forse l’unico vero strascico delle regole dello star system. Quello che sappiamo alla fine è che se ne è andata in punta di piedi anche con gli amici di lunga data che non avevano la piena consapevolezza di ciò che le stava accadendo.
Attrice, regista, produttrice, icona di stile. Diane è stata una donna al di sopra della fama, delle regole, dei cliché. Ha incarnato generazioni di donne forti, vulnerabili, ironiche. Ha dato un volto all’intelligenza emotiva, alla complessità, alla libertà.
Il cinema e noi spettatori innamorati perdiamo una stella che, nonostante tutto, continuerà a brillare.