C’è un futuro in cui il mondo è finito, ma l’ironia è sopravvissuta. Si chiama Fallout.
Quando nel 1997 uscì il primo Fallout, nessuno immaginava che quel gioco di ruolo isometrico, cupo e sarcastico, avrebbe dato vita a una delle saghe più iconiche della cultura pop. Eppure, quasi trent’anni dopo, Fallout non è solo un videogioco, ma un universo narrativo che ha conquistato console, PC e infine anche la televisione.
1997: la fine del mondo secondo Fallout

Il primo Fallout, sviluppato da Interplay, catapultava i giocatori in un’America devastata da una guerra nucleare. Ma attenzione, niente toni epici alla Mad Max. Qui il mondo post-atomico era raccontato con umorismo nero, scelte morali pesanti e una colonna sonora che pescava dal jazz e dallo swing degli anni ’40 e ’50. Il giocatore usciva da un Vault (rifugio antiatomico) per esplorare un mondo distrutto, popolato da mutanti, predoni e società che cercavano di ricostruire una parvenza di civiltà. Il messaggio era chiaro fin da subito: ” La guerra non cambia mai”
Fallout 2 e il culto degli hardcore gamer
Nel 1998 arrivò Fallout 2, più grande, più complesso e ancora più satirico. La saga si consolidò come prodotto di culto. Non era per tutti, ma era amatissimo da chi cercava libertà totale e storie mature. Fallout diventò sinonimo di GDR profondi, dove le conseguenze delle scelte contavano davvero.
La svolta Bethesda: Fallout diventa mainstream

Il vero terremoto arriva nel 2008 con Fallout 3. Bethesda prende la serie e la trasforma in un’esperienza open world in prima persona, avvicinandola ad un pubblico molto più ampio.
Washington D.C. distrutta, musica vintage alla radio e libertà totale di esplorazione: Fallout entra nell’immaginario collettivo. Il Pip-Boy diventa un’icona, il Vault Boy un simbolo pop riconoscibile anche da chi non gioca. Con Fallout: New Vegas (2010), considerato da molti il capitolo migliore, la saga ritrova la profondità narrativa originale, mescolandola alla formula moderna.
Fallout 4 e Fallout 76: luci e ombre

Nel 2015 Fallout 4 punta più sull’azione e sulla personalizzazione, semplificando il GDR, ma conquistando milioni di giocatori. Meno scelte morali, più sparatorie, ma sempre con quel fascino post-atomico inconfondibile.
Nel 2018 arriva Fallout 76, esperimento online che parte male, ma migliora nel tempo. È la prova che Fallout può evolversi, anche rischiando.
2024: Fallout conquista la TV
Il salto definitivo nel mainstream avviene con la serie TV, prodotta da Amazon. Non un semplice adattamento di un gioco, ma una nuova storia originale ambientata nello stesso universo.
La serie riesce in un’impresa difficile, quella di rispettare il lore, soddisfare i fan storici e allo stesso tempo parlare a chi non ha mai toccato un controller. Violenta, ironica, assurda e sorprendentemente umana, dimostra che i videogiochi possono essere raccontati con dignità anche sul piccolo schermo.
Perché Fallout funziona ancora oggi
A quasi trent’anni dal suo esordio, Fallout continua a parlare al pubblico perché non è solo una saga post-apocalittica, ma uno specchio deformante del nostro presente. Dietro le rovine irradiate e le musichette allegre degli anni ’50 si nasconde una critica sempre attuale alla guerra, al potere, al consumismo e all’illusione del progresso infinito. Il suo mondo distrutto non è il risultato di un incidente alieno o di un destino inevitabile, ma delle scelte dell’uomo. Fallout funziona perché riesce a mescolare toni opposti: tragedia e ironia, violenza e malinconia, libertà e disperazione. È un universo in cui si può ridere mentre tutto crolla, e forse è proprio questo a renderlo così vicino alla sensibilità contemporanea.
Ogni gioco, ogni storia, mette il giocatore davanti a dilemmi morali più che a semplici missioni, ricordandoci che sopravvivere non significa necessariamente restare umani.La serie TV ha dimostrato che questo linguaggio può funzionare anche fuori dal videogioco, portando Fallout a un pubblico nuovo senza tradirne l’anima. Vault sigillati, ghoul, Brotherhood of Steel e Wasteland non sono solo elementi iconici, ma simboli di un mondo che continua a interrogarsi sul proprio futuro.
In fondo, Fallout resiste perché non racconta solo cosa succede dopo la fine del mondo, ma cosa resta delle persone quando tutto il resto è andato perduto. E finché queste domande continueranno a essere attuali, tra una bomba atomica e una canzone vintage, Fallout continuerà a funzionare.

