Perché i film di Natale non invecchiano mai? L’effetto “coperta calda” che ci fa tornare ogni anno da Kevin ed ora anche al cinema

Film di natale: mamma ho perso l' aereo

Ogni dicembre succede una magia strana, prevedibile e irresistibile, accendiamo la TV e finiamo, inevitabilmente, per guardare Mamma, ho perso l’aereo. Lo conosciamo a memoria, sappiamo già quando Kevin si accorge di essere solo, quando arrivano i ladri, quando parte la colonna sonora di John Williams. Eppure lo riguardiamo, come se fosse un rito di passaggio dell’inverno. E quest’anno il rito diventa ancora più ufficiale, perché il film torna al cinema in versione restaurata 4K, per celebrare i suoi 35 anni, con una settimana di proiezioni-evento dal 4 al 10 dicembre. È un ritorno in sala che profuma di nostalgia condivisa.

Perché continuiamo a riguardarli?

La risposta è disarmante nella sua semplicità: i film di Natale funzionano come una coperta calda. Sono prevedibili, rassicuranti, privi di ansia narrativa. Non c’è alcun colpo di scena che ti scombussola; c’è solo la certezza di ritrovare personaggi familiari come Kevin, Buddy o il Grinch. Figure che tornano ogni dicembre e diventano quasi parenti acquisiti, volti che rivediamo con lo stesso affetto con cui ritroviamo le decorazioni del salotto. Non è Natale senza i loro film, così come non è Natale senza l’albero, il pandoro o il primo risveglio annuale di Mariah Carey. Questi titoli resistono al tempo perché parlano un linguaggio semplice e universale: quello del ritorno a casa, del calore, della luce soffusa, delle serate lente sotto una coperta con una cioccolata calda.

La nostalgia, ma sul grande schermo

Il restauro in 4K amplifica questa sensazione. Non si tratta solo di un aggiornamento tecnico: è un modo per restituire al pubblico l’esperienza originale della sala cinematografica. Le trappole di Kevin, i corridoi della casa dei McCallister, le luci natalizie assumono una definizione nuova, quasi iperrealistica, che fa riscoprire dettagli rimasti invisibili per decenni. È un’occasione per vedere un film iconico con occhi nuovi e, allo stesso tempo, per condividere un ricordo generazionale: chi ci è cresciuto lo rivivrà con affetto, mentre chi lo scopre ora potrà farlo nel suo habitat naturale, il grande schermo.

Il Natale 2025 ha già il suo appuntamento

Possiamo cambiare piattaforme, modalità di fruizione e abitudini digitali, ma i film di Natale sfuggono a questa logica. Resistono, ritornano e si affermano ogni anno come un punto fermo dell’immaginario collettivo. Sono film che non hanno bisogno di essere “attuali” per funzionare: appartengono ad un immaginario che si rinnova automaticamente ogni dicembre, come se fossero parte del calendario emotivo delle feste. In questo senso, il ritorno in sala di Mamma, ho perso l’aereo in versione 4K non è soltanto un evento nostalgico, ma un modo per rimettere al centro una tradizione che vive grazie alla condivisione. Rivederlo al cinema significa trasformare un’abitudine domestica in un momento comunitario, uno di quei riti che si tramandano e che uniscono famiglie, gruppi di amici e generazioni diverse. È un promemoria di quanto il grande schermo sappia amplificare le emozioni semplici, i ricordi e la magia delle feste.

E così, mentre le tecnologie continuano a cambiare, uno dei simboli dei nostri Natali più iconici torna a brillare, più nitido che mai, ricordandoci che a volte non serve innovare: basta ritrovare ciò che ci fa sentire davvero a casa.

Deborah Muratore

La mia passione per il cinema nasce da bambina, quando con mio padre organizzavamo serate a tema dividendo le settimane in categorie. Da allora non mi sono mai fermata, con un debole particolare per gli horror. Empatica e sempre sorridente, amo anche i cavalli, le persone genuine e la creatività in tutte le sue forme.