Il filo rosso degli anni 80: cosa hanno in comune Rocky, Flashdance e Karate Kid?

Il filo rosso degli anni 80: cosa hanno in comune Rocky, Flashdance e Karate Kid?

Rocky, Flashdance e Karate Kid. Tre film cult strettamente legati.

Da sempre il filo rosso rappresenta un legame ideale tra due anime, un filo che può aggrovigliarsi con altri ma mai spezzarsi; nel linguaggio e immaginario attuale il filo rosso rappresenta un’insieme di circostanze che ci legano al raggiungimento di un obiettivo. Nel cinema possiamo trovare tanti fili rossi che legano chi lavora alla produzione delle pellicole,

Negli anni 80, l’industria di Hollywood sta sfornando pellicole nelle quali si raccontano storie di riscatto morale e sociale, soprattutto a tema sportivo. Umili origini, difficoltà a integrarsi, voglia di dimostrare, frasi motivazionali a effetto, ovviamente l’immancabile storia d’amore più o meno complicata, sono la basi per questo genere di storie. Tutto ciò è il risultato del grande successo del primo capitolo della saga sul pugile più famoso del cinema.

Non sarebbe necessario ma ovviamente parliamo di Rocky. Tutti i figli, più o meno legittimi, degli anni 80 sapranno sicuramente che il motivo per il quale, ancora oggi guardiamo certi film si basa, non solo sulle storie che raccontano ma,  sulle emozioni che ci trasmettono le canzoni diventate iconiche. Rocky, Karate Kid e Flashdance pur essendo film abbastanza diversi hanno come tema comune la voglia di riscatto personale e di affermazione.

Il filo rosso di Joe Esposito

Questo aspetto lo ritroviamo nel lavoro del cantautore Joe Bean Esposito, membro dei Brooklyn Dreams (band di supporto per Donna Summer)che negli anni 80 cerca di farsi strada nel mondo della discografia e delle soundtrack, . Nel 1982 non è ancora un nome affermato, scrive un brano che vorrebbe riuscire a inserire nella colonna sonora del terzo capitolo di Rocky, al suo posto viene scelta da Sylvester Stallone l’iconica “Eye of the tiger” della band statunitense Survivor.

Nell’anno successivo Esposito ha la possibiltà di collaborare con il pilastro della musica elettronica Giorgio Moroder, col quale riesce a raggiungere la notorietà per l’album “Solitary man”, uno dei brani dell’album viene scelto per la colonna sonora di Flashdance nella quale viene inclusa la sua “Lady,lady,lady”. Fu sempre lui a registrare la prima versione di “What I feeling” affidata successivamente ad Irene Cara per dare più credibilità al testo scritto dal punto di vista femminile.Nella stessa occasione propone nuovamente il suo “misterioso” brano (fidatevi manca poco per scoprirlo).
 

Nel 1984 John Alvidsen, regista del primo capitolo di Rocky, vede in questo brano di Esposito la colonna sonora perfetta per il suo nuovo progetto. Il titolo è “You’re the best” e il film, ovviamente, Karate Kid; scritto insieme ad Allee Willis, per il testo, e Bill Conti per la musica (compositore del tema di Rocky, ma tu guarda a volte le coincidenze)

L’impatto sonoro sostiene le immagini

Un basso martellante, suoni di sintetizzatori caratteristici di quegli anni, voce potente e leggermente graffiata danno vita ad uno dei momenti più iconici e motivanti del cinema nel quale, col classico mix su musica di mosse, sguardi di intesa e di sfida, imprecazioni e incitamenti che leggiamo solo dal labiale, il protagonista Daniel LaRusso (Ralph Macchio) si rivela un lottatore formidabile.

Esattamente come vediamo in Rocky e Flashdance nelle scene di allenamento o in quelle finali, musica e immagini ci fanno empatizzare con i protagonisti. Questa è la forza dei cult di quel decennio che continuano ad emozionarci ed emozionare le nuove generazioni, tanto da trovare continuamente riferimenti e remake in questi anni.

Il filo rosso che collega questi film deve farci riflettere sul fatto che se non otteniamo subito i risultati sperati spesso non è l’obbiettivo ad essere sbagliato ma forse solo il momento lo è. La vita frenetica spesso ce lo fa dimenticare. Per fortuna ci sono i film a ricordarcelo.

Danilo Montagnino

Danilo "Dano" Montagnino. Classe 1986. Sono un bassista, arrangiatore e sceneggiatore. Il mio lavoro si concentra per lo più in teatro e mi piace "succhiare il midollo stesso della vita" attraverso i film che sono la parte più importante del tempo che dedico a me stesso concentrandomi maggiormente sulle emozioni e le colonne sonore.