Quando Jim Carrey accettò di interpretare il Grinch nel film di Ron Howard, non immaginava che avrebbe affrontato una delle prove più estenuanti della sua carriera. Il trucco prostetico che lo trasformava nella creatura verde della Dr. Seuss era così complesso e soffocante da essere paragonato a una vera e propria forma di tortura.
Il trucco più estremo mai realizzato per una commedia

La trasformazione richiedeva fino a otto ore di applicazione al giorno. Carrey doveva indossare una tuta scomoda in pelo sintetico, lenti a contatto rigide che gli irritavano costantemente gli occhi e un make-up facciale che limitava la respirazione. Ogni giornata sul set iniziava e finiva con un processo lento, claustrofobico e fisicamente logorante.
L’intervento shock: entra un esperto della CIA
Le difficoltà dell’attore divennero così gravi che la produzione temeva potesse abbandonare il film. Fu allora che venne chiamato un vero esperto di tecniche di resistenza psicologica dell’esercito e della CIA, uno specialista abituato a preparare soldati e agenti a sopportare condizioni estreme. Il suo compito era aiutarlo a gestire ansia, panico e stress causati dalla trasformazione quotidiana.
Le tecniche che salvarono Jim Carrey
Carrey imparò strategie di concentrazione e distacco mentale per resistere alle ore chiuso dentro al costume. Respirazione controllata, visualizzazioni e metodi per spostare l’attenzione dal disagio fisico furono cruciali nel permettergli di portare a termine le riprese. L’attore stesso ha raccontato come l’esperienza lo abbia segnato profondamente, definendola “una delle sfide più dure della mia vita”.
Dal tormento al cult natalizio
Il risultato, però, ripagò ogni sacrificio. Il Grinch è diventato un classico moderno e una delle interpretazioni più amate di Carrey. Sapere cosa ha dovuto sopportare per incarnare il personaggio aggiunge una dimensione nuova alla leggerezza del film: dietro il sorriso sarcastico del Grinch si nasconde un’esibizione che sfiora i limiti della sopportazione umana.

