Lupin torna nel 2026: tutto quello che sappiamo sulla nuova stagione e sul mito del ladro gentiluomo

Lupin torna nel 2026: tutto quello che sappiamo sulla nuova stagione e sul mito del ladro gentiluomo

La notizia che i fan aspettavano è arrivata: Lupin – Parte 4 sbarcherà su Netflix nell’autunno del 2026. Le riprese, iniziate nel maggio 2025 e concluse a fine estate, riportano Omar Sy ,nei panni di Assane Diop, per una stagione che sarà la più lunga di sempre: otto episodi di colpi, fughe e nuovi rebus morali tra le strade di Parigi.
Le anticipazioni parlano di un cast misto tra vecchie conoscenze e nuovi volti, e di una trama che ripartirà dal finale ad alta tensione della Parte 3, quando Assane aveva deciso di consegnarsi alla polizia. Le atmosfere? Eleganza, mistero e una Parigi che fa da palcoscenico ideale al ladro più iconico di sempre. Ma per capire perché Lupin riesce ancora a conquistare il pubblico e perché il suo ritorno è un evento globale bisogna fare un passo indietro.

Il ladro gentiluomo che non finisce mai di far parlare di sé

Dici “Lupin” e nella testa di ognuno scatta un’immagine diversa. C’è chi vede il cappello a cilindro dei romanzi francesi, chi il trench colorato dell’anime giapponese e chi invece si immagina Omar Sy che scivola tra i turisti del Louvre per mettere a segno l’ennesimo colpo impossibile. Una sola parola, ma tre universi completamente diversi, fatti di un gentiluomo del crimine che continua, da 120 anni, a reinventarsi.

Le origini: quando Lupin rubò la scena persino a Sherlock Holmes

Arsène Lupin nasce nel 1905 dalla penna di Maurice Leblanc, che voleva un ladro elegante, colto, ironico e capace di trasformare ogni furto in un gesto teatrale.
Così brillante da sfidare, in versione leggermente camuffata, lo stesso Sherlock Holmes. Lupin non è interessato solo al bottino, ma vuole dimostrare ingegno, carisma e, soprattutto, stile.

Dal Giappone all’immaginario pop: ecco Lupin III

Nel 1967 arriva la reinvenzione che lo trasforma in fenomeno globale. Stiamo parlando di Lupin III, nipote del ladro originale, creato da Monkey Punch.
Qui il personaggio diventa sfrontato, ironico e acrobatico. Le sigle diventano cult, le auto gialle entrano nella storia, il gruppo di criminali più improbabile del mondo si trasforma in famiglia per milioni di fan. Per molti “Lupin” significa proprio questo: colpi geniali, risate, inseguimenti ed un cappello verde troppo piccolo.

L’era Netflix: quando Lupin torna… ma in versione realistica

Con Omar Sy, Lupin trova una nuova pelle. La serie non racconta solo il ladro, ma racconta chi si ispira a lui. Assane Diop mescola ingegno, denuncia sociale, dolore personale e travestimenti al limite del possibile. È un ladro, sì, ma anche un uomo che lotta contro le ingiustizie, mentre gioca con i miti letterari come fossero armi. Parigi diventa la sua scacchiera. E il pubblico, da New York a Tokyo, torna a innamorarsi del ladro gentiluomo.

Perché ci piace ancora?

Perché è un personaggio camaleontico che può diventare simbolo di ribellione, di ironia e di giustizia creativa. È elegante ma imprevedibile, un criminale, ma empatico. Un trickster moderno che sfida le regole senza perdere la propria leggerezza.

«Nulla è impossibile per Arsène Lupin.»

Dal romanzo La signora dai due volti (1932)

In attesa del 2026…Lupin viaggia nel tempo e nei media senza perdere mai fascino. E se c’è una cosa che questa nuova stagione promette, è proprio questo:
nuovi colpi, nuove sorprese e la conferma che il mito del ladro gentiluomo non è mai stato così vivo.

Deborah Muratore

La mia passione per il cinema nasce da bambina, quando con mio padre organizzavamo serate a tema dividendo le settimane in categorie. Da allora non mi sono mai fermata, con un debole particolare per gli horror. Empatica e sempre sorridente, amo anche i cavalli, le persone genuine e la creatività in tutte le sue forme.