Tutti la vogliono, nessuno la farà: “M. Il figlio del secolo” chiude al picco della sua popolarità

The Hollywood Reporter l’ha inserita al primo posto come miglior serie dell’anno, il TIME al quarto posto, il Guardian al 30esimo posto tra le migliori serie dell’anno, e il New York Times l’ha inserita nella sua classifica di fine anno definendola “un severo monito presentato come un intrattenimento vivace”.

La serie TV in questione è M. Il figlio del secolo, diretta da Joe Wright. Nonostante abbia debuttato a inizio anno, la serie continua a far parlare di sé, soprattutto all’estero. Merito di un cast straordinario, di una sceneggiatura satirica e grottesca dagli incredibili dialoghi e di una direzione artistica innovativa e ambiziosa. Ma perché, nonostante tutto questo, la serie non vedrà una seconda stagione?

Trailer di M. Il figlio del secolo

La Bestia Politica

Benito Amilcare Andrea Mussolini non è un uomo come gli altri, lui è una bestia. Lui è l’animale politico per eccellenza, che fiuta l’animo della gente. Tastando il polso del paese riesce a sentire quali nuove idee prendano vita nelle discussioni da bar, nelle provincie.

Una guerra sanguinosa ha devastato l’Europa. La più orribile che si sia mai vista. Il bilancio delle vittime è un dato quasi incalcolabile. Il bilancio dei sopravvissuti è il più preoccupante. Un’umanità traumatizzata è tornata dalle trincee. Uomini e ragazzi poco più che adolescenti hanno conosciuto la guerra prima dell’amore. E ora, dopo aver servito il proprio paese con la vita, vengono accolti freddamente al loro ritorno in patria. Un esercito di mutilati e sconfitti che si vede addossare la colpa di una tragedia umanitaria senza precedenti.

La loro voce piena di rabbia e rancore non viene ascoltata. Mussolini vede in questa umanità di scarto, in questi eterni guerrieri tornati dai campi di battaglia un’opportunità di rivalsa. Dopo essere stato buttato fuori a calci dall’Avanti, un giornale di orientamento socialista guidato da lui, ha finalmente l’occasione di costruire un movimento politico personale. Il fascismo sarà una creatura nuova, “bellissima”, qualcosa di mai visto nel dopoguerra europeo. Un movimento politico la cui dottrina politica è fondata sulla violenza.

L’Iconografia del Fascismo

Tutti la vogliono, nessuno la farà: "M. Il figlio del secolo", chiude al picco della sua popolarità

Una potenziale seconda stagione racconterebbe le vicende avvenute nel pieno biennio fascista. L’instaurazione della dittatura, le leggi fascistissime, i patti lateranensi. Un periodo di intensa trasformazione economica, sociale, artistica e urbana.

Una grande opportunità per la serie, che fin dalle prime immagini ha puntato a restituire allo spettatore non l’accuratezza dei fatti storici, bensì l’iconografia e l’estetica dei primi anni del movimento fascista. La prima stagione di M. è un mosaico colorato di discorsi carismatici, gestualità, emozioni che esplodono e violenza politica.

Proprio la scelta di non puntare sull’accuratezza storica, ma di rendere la serie un’esperienza politica diretta tra il personaggio di Mussolini, interpretato da Luca Marinelli, e lo spettatore ha fatto storcere il naso a una parte del pubblico. Il personaggio di Mussolini è in dialogo costante con lo spettatore.

Mussolini è un uomo rifiutato dal suo schieramento politico, è visto come un traditore perché lui ha scelto la guerra, invece della pace. Ora è un uomo in cerca di un’identità, una figura camaleontica pronta a trasformarsi in chiunque, un politico isolato affamato di consensi.

Wright, facendo in modo che Mussolini abbatta la quarta parete, esaspera l’immagine di Mussolini come politico che guarda al popolo e parla alla gente comune, non per sua volontà o desiderio, ma perché non può farne a meno, perché non gli è rimasto nessun altro a cui parlare.

D’altronde, i camerati fascisti che rimpolpano le sue file sono un branco di cani rabbiosi, le ultime persone con cui cercare un dialogo politico, e le persone meno adatte a finire in parlamento (anche se alla fine ci finiranno).

Finzione e Realtà si incontrano

Joe Wright è un virtuosista della settima arte e la sua regia dalle geometrie teatrali non è sconosciuta agli amanti del cinema. In M. Wright ha usato la sua estetica per costruire una storia perennemente sospesa tra realtà e finzione, costruendo una forte rappresentazione allegorica.

Probabilmente, proprio questo forte parallelismo tra realtà politica e finzione è stato uno dei fattori che hanno reso l’opera di difficile digestione per alcuni spettatori. La famosa scena di Mussolini che pronuncia la frase “Make Italy Great Again” è stata giudicata come uno dei difetti che penalizzano la serie, che in alcuni punti supera il grottesco cadendo nel ridicolo. Scelte giudicate estremamente didascaliche e caricaturali, superficiali dal momento che la serie stessa è un monito contro i pericoli del fascismo e le derive autoritarie.

Quindi, la mancata produzione di una seconda stagione, secondo alcuni, sarebbe da collegare al fatto che la serie sembri criticare e mettere alla berlina determinate figure politiche attualmente al potere. Dietro le motivazioni di produzione si nasconderebbero motivi politici.

Una delle migliori serie TV italiane?

Il regista Joe Wright (in piedi) accanto a Luca Marinelli (seduto) sul set di M. Il figlio del secolo

Nonostante la serie si avvalga di un’unica stagione, è già entrata nella classifica tra le migliori serie italiane di sempre. Tra gli elementi più lodati della serie c’è l’interpretazione di Luca Marinelli nelle vesti del duce fascista. La sua interpretazione, una perfetta trasformazione, è stata apprezzata in maniera unanime sia dalla critica specializzata italiana e internazionale sia dal pubblico.

Marinelli è riuscito a mostrare al pubblico, attraverso un’attenta gestualità e uno studiato linguaggio corporeo, tutte le sfaccettature e le sfumature di una delle figure storiche più controverse del novecento, unendo un’intensa drammaticità a scene dark comedy e grottesche.

Marinelli e il suo personaggio si muovono in una Milano sporca, povera, oscura, ostaggio di una violenza politica che non sembra fermarsi. I suoi cittadini si nascondono per non cadere vittime di lotta politica tra comunisti e fascisti, tra nuovo e vecchio regime. Le scenografie e i costumi sono stati curati in maniera meticolosa, le divise nere, i guanti di pelle e gli stivali spiccano nelle sale incontaminate del potere.

Ufficialmente la motivazione per cui non è stata rinnovata è gli elevati costi di produzione e le difficoltà di distribuzione della serie in mercati extraeuropei. Eppure, questo non ci impedisce di sognare un futuro proseguimento della serie. Una tale perla di intrattenimento italiano potrebbe non passare più per molti anni sui nostri televisori.

Antonio Guercio

Sono da sempre un appassionato di storie. Scrivere per me è un piano superiore per apprezzare l'arte. Scrivere di libri, cinema, musica, videogiochi, fumetti, eventi mi permette di andare oltre la semplice esperienza immediata. Qualcuno ha chiamato il cinema "il regno delle ombre" ma per me è il medium che più di tutti riesce a illuminare. Cultore devoto e di ogni film A24 e NEON. Fedele discepolo di Martin Scorsese, Edgar Wright, Guillermo del Toro, Hideo Kojima, Murakami Haruki. Cinefilo da fuori orario.