Michael J Fox: quando Marty si trasformò in un licantropo leggendario

Michael J Fox: quando Marty si trasformò in un licantropo leggendario

Tutti ricordano Ritorno al Futuro: la DeLorean, Marty McFly, il rock sul palco del ballo della scuola. Pochissimi, però, sanno che nello stesso anno, il 1985, Michael J Fox interpretò anche un licantropo adolescente.
Un semplice ragazzo di un liceo di provincia che scopre che nella sua famiglia si nasconde un’eredità decisamente insolita…e lo capisce quando si trasforma per la prima volta in un lupo mannaro.

Voglia di Vincere (titolo originale Teen Wolf) è uno di quei film che, se li nomini oggi, fanno scattare il classico “Ah, è vero, esisteva!”. Una commedia strana, tenera e molto anni ’80, che mescola goffaggine adolescenziale, basket, romanticismo ingenuo e una trasformazione pelosa che gasa di brutto.


Voglia di Vincere vs. Ritorno al Futuro

Nel 1985 Michael J Fox era ovunque. Ritorno al Futuro esplodeva al cinema, diventando in pochi mesi un’icona culturale mondiale. Nello stesso periodo usciva un altro film minore, più stravagante, più “di nicchia”, che inevitabilmente venne schiacciato dal ciclone Marty McFly.
La distribuzione era più limitata, il budget ridotto, la campagna meno aggressiva, risultato: Teen Wolf venne praticamente inghiottito dalla scia lasciata dalla DeLorean.

C’è un dettaglio curioso nella storia di questo film: negli Stati Uniti Teen Wolf uscì poco dopo Ritorno al Futuro, quasi in contemporanea. In Italia, invece, la DeLorean sfrecciò nei cinema e Michael J Fox divenne per tutti “Marty”.

Quando Voglia di Vincere arrivò nelle nostre sale nel marzo del 1986, i distributori si trovarono davanti a un dilemma: Fox era ormai conosciuto da tutti come Marty McFly e “Scott Howard” suonava troppo anonimo. Così si pensò di sostituire il nome Scott con quello di Marty.

Una scelta di marketing semplicissima: sfruttare il successo enorme di Ritorno al Futuro e rendere immediatamente riconoscibile il protagonista.
Oggi può sembrare assurdo unire personaggi appartenenti ad universi narrativi diversi, ma all’epoca era una pratica comune: l’importante era far sentire il film familiare, anche a costo di piegare un po’ la coerenza narrativa.

Il bisogno di essere bravi in qualcosa

Al cuore di Teen Wolf c’è un tema molto semplice e vero: il desiderio universale di sentirsi bravi in qualcosa. Chi non l’ha mai desiderato?

Scott/Marty non è un eroe, non è un campione, non è nemmeno il più simpatico della scuola. È uno dei tanti ragazzi che vorrebbero solo smettere di essere invisibili. Quando scopre il “talento animalesco” di famiglia, non lo vive come un superpotere, ma come un’occasione per smettere di essere mediocre.
È una metafora che resta valida oggi quanto nel 1985: ognuno di noi, in fondo, vuole solo trovare un posto nel quale sentirsi all’altezza.

Marty Howard in versione licantropo

La trasformazione: maschera o identità?

Il licantropo in Teen Wolf non è solo un espediente bizzarro e peloso: è una metafora potentissima dell’adolescenza. Cambiamenti improvvisi, emozioni che esplodono, la sensazione di non riconoscersi allo specchio, c’è tutto.

E poi il paradosso: più il “lupo” diventa popolare, amato e famoso, più Marty diventa “invisibile”. Diventa una specie di mascotte vivente alla quale tutti vogliono stare attorno, ma che nessuno vede e comprende davvero.
Il film anticipa un tema oggi attualissimo con l’avvento dei social:

Quanto di quello che mostriamo agli altri è davvero parte di noi?

Michael J Fox nei panni di Marty Howard

Il basket e il palcoscenico

Nel film il basket non è solo sport: è il teatro dove si giocano tutte le insicurezze del protagonista. È lì che Marty inciampa, si sente inadeguato, tenta, fallisce, ritenta. Michael J Fox interpreta quel ruolo con una spontaneità unica: non è un atleta perfetto, non è un futuro campione dell’NBA, la sua squadra non fa che perdere fino a quando non compare il lupo.

Marty prova perfino a recitare in una rappresentazione teatrale scolastica, sperando di essere apprezzato per quello che è, ma paradossalmente il registra teatrale gli fa capire che non è così: “Niente lupo, niente parte“.
Un messaggio abbastanza chiaro: a volte il mondo preferisce la tua versione spettacolare, quella costruita, quella che fa show — anche se tu dentro non ti ci riconosci.

Così Marty inizia a chiedersi: “Voglio davvero nascondermi dietro al lupo per essere ‘apprezzato’ ?
È un eroe imperfetto, umano, umile, ed è proprio per questo che piace.

Marty Howard con la sua squadra di basketball

Perché questo film merita di essere riscoperto nel 2025

Voglia di Vincere non è solo una commedia adolescenziale: è un racconto sulle identità che ci costruiamo per sopravvivere, e su quelle che dobbiamo imparare a lasciare andare.
Parla di accettazione, di limiti, di crescita. E soprattutto parla della verità più grande di tutte: non tutti trovano il proprio posto nel mondo a 16 anni. Anzi, molti iniziano a capirlo molto più tardi.

È proprio questo il motivo per cui, nel 2025, un film così strano, tenero e fuori dagli schemi merita una seconda vita: perché ci ricorda che non servono superpoteri per essere qualcuno. Serve solo il coraggio di restare se stessi!

Se ti sta già salendo la nostalgia, qui trovi il trailer italiano!