Oggi Shrek è considerato un classico assoluto dell’animazione, un film capace di ribaltare le regole dei cartoon tra satira, irriverenza e un umorismo mai visto prima. Ma pochi sanno che, durante la sua produzione, Shrek è stato sul punto di essere cancellato più volte, al punto da diventare un piccolo incubo per la DreamWorks. La storia dietro le quinte è sorprendente e quasi nessuno la conosce.
Il progetto nato come una scommessa disperata
All’inizio degli anni ’90, Shrek non era affatto un progetto ambizioso: era basato su un piccolo libro per bambini di William Steig e veniva considerato un film minore. DreamWorks, appena nata, aveva bisogno di un titolo forte per competere con la potenza di Disney, ma Shrek sembrava tutt’altro che la scelta giusta.
Il primo problema?
La tecnologia.
Il team si rese presto conto che realizzare un intero film con ambientazioni realistiche, personaggi complessi e una comicità rapidissima era un’impresa enorme per l’epoca.
Il disastro delle prime versioni: un film totalmente diverso

La versione iniziale di Shrek era un fallimento totale. I primi test mostrano un protagonista irritante, non divertente e addirittura inquietante, animato in modo rigido e poco espressivo. DreamWorks arrivò a definire il progetto un “film maledetto”.
A peggiorare tutto, ci fu l’enorme tragedia legata alla produzione:
il comico Chris Farley, voce originale scelta per Shrek, morì improvvisamente nel 1997 dopo aver registrato la maggior parte delle battute. Per molti in studio, quello fu il colpo di grazia.
La rinascita dopo il caos: l’arrivo di Mike Myers
Poi succede l’impensabile.
Mike Myers viene contattato come sostituto e chiede una cosa folle:
Rifare tutto da zero.
Ridoppiare.
Reimmaginare Shrek.
Myers propone un accento scozzese, un tono più bonario ma sarcastico, un ritmo comico completamente nuovo. La decisione costa alla DreamWorks oltre 4 milioni di dollari, ma è la scelta che salva il film.
Myers propone un accento scozzese, un tono più bonario ma sarcastico, un ritmo comico completamente nuovo. La decisione costa alla DreamWorks oltre 4 milioni di dollari, ma è la scelta che salva il film.
La produzione riparte da capo:
- Shrek viene ridisegnato,
- Fiona ottiene una caratterizzazione più complessa,
- Ciuchino (doppiato da Eddie Murphy) diventa la vera anima comica,
- il mondo fiabesco viene reinventato come una parodia feroce della Disney.
La scena che ha convinto gli investitori

Quando i produttori assistono al primo montaggio con la nuova voce di Myers, si verifica l’istante decisivo: la scena nella quale Shrek e Ciuchino attraversano Duloc, con i jingle stile parco divertimenti Disney.
Lì capiscono che hanno tra le mani qualcosa di unico:
Shrek non era più soltanto un cartone. Era una rivoluzione.
Da film cancellato a fenomeno culturale
Quando Shrek esce nel 2001, il risultato è clamoroso:
- Primo Oscar come Miglior film d’animazione,
- Incassi stellari,
- Un franchise da miliardi,
- Un nuovo modo di concepire l’animazione: più adulta, irriverente, metatestuale.
E soprattutto, una cosa è certa:
il film che ha cambiato l’animazione moderna non sarebbe mai esistito senza quelle crisi, quelle riscritture e quei momenti in cui sembrava davvero tutto perduto.

