Hawkins come Hogwarts: lo strano deja-vu su Stranger Things ed Harry Potter

Hai mai avuto la sensazione di un deja-vu tra mondi diversi? Guardando Stranger Things e Harry Potter, potresti pensare che siano universi completamente separati. Uno è il mondo magico di Hogwarts, l’altro è la cittadina americana di Hawkins negli anni ’80 con il suo inquietante Sottosopra.

Eppure, ci sono incredibili parallelismi: ragazzi straordinari, legami misteriosi con cattivi potenti, amicizie che salvano la vita e avventure che ti tengono incollato allo schermo. È come se due mondi così diversi si fossero specchiati tra loro, mostrando che certe storie hanno schemi e archetipi che funzionano sempre.

Il legame psichico tra eroe e villain

Una delle somiglianze più evidenti tra Stranger Things e Harry Potter è la connessione mentale tra protagonisti e cattivi. Harry sente le emozioni di Voldemort e, a volte, vede attraverso i suoi occhi. Nella stagione cinque di Stranger Things, Will Byers sviluppa un legame simile con Vecna e diventa involontariamente una spia del Sottosopra. In entrambi i casi, la mente dei protagonisti diventa un vero campo di battaglia tra bene e male.

Will come Horcrux vivente

Proprio come Harry Potter porta dentro di sé una parte dell’anima di Voldemort, Will sembra contenere un frammento di Vecna o del Sottosopra. La salvezza del mondo sembra dipendere dalla sua sopravvivenza, e il rischio di sacrificio personale rende la storia ancora più intensa. Qui emerge un tema comune: il destino dei giovani protagonisti è legato ad una responsabilità enorme, che li mette alla prova più di qualsiasi mostro.

Henry Creel e Tom Riddle: origini oscure

Le origini di Vecna e Voldemort sono sorprendentemente simili. Entrambi erano bambini prodigio, soli e diversi dagli altri, che hanno scelto la via dell’oscurità. Uccidono chi li circonda e manipolano le persone, diventando minacce globali. È affascinante vedere come queste storie esplorino l’oscurità fin dall’infanzia ed il modo in cui il potere possa corrompere.

Segnali fisici del male: cicatrici e brividi

Harry ha la cicatrice sulla fronte che brucia in presenza di Voldemort. Will sente un brivido dietro la nuca quando Vecna è vicino o attivo. Questi segnali fisici non solo aumentano la tensione, ma mostrano come il male possa diventare qualcosa di tangibile, che si percepisce dentro di sé.

Amore e amicizia contro l’ isolamento

Uno dei punti in cui Stranger Things e Harry Potter si somigliano di più è nel modo in cui raccontano la forza dei legami. Voldemort e Vecna hanno una cosa fondamentale in comune: sono completamente soli. Non amano, non si fidano e non vogliono nessuno accanto. Credono che l’affetto renda deboli, che l’amicizia sia una distrazione e che la vulnerabilità sia un difetto da cancellare. Harry e Undici, invece, funzionano all’opposto.

La loro forza non viene solo dai poteri o dal coraggio, ma da quello che provano per gli altri. Harry trova un motivo per combattere grazie a Ron, Hermione e a chi gli ha voluto bene. Undici non sarebbe mai sopravvissuta senza Mike, Hopper e il gruppo di Hawkins che la considera “famiglia“. Anche Will, pur nella sua fragilità, trova proprio nell’amicizia il punto da cui ripartire ogni volta che il Sottosopra torna a cercarlo.

È interessante come entrambe le saghe mostrino che i valori più semplici come affetto, lealtà, ascolto e protezione sono ciò che spezza il circolo del male. È l’amore di Lily a salvare Harry. È l’amore di Hopper a cambiare il destino di Undici. È l’amicizia tra i ragazzi a impedire che Vecna vinca.In un mondo pieno di mostri, magici o meno ci dicono la stessa cosa: non serve essere invincibili, basta non essere soli.

Creature che si nutrono del trauma

In Stranger Things e Harry Potter, il male non è solo un nemico da combattere: è qualcosa che ti entra dentro, che ti toglie il respiro e ti smonta dall’interno. I Dissennatori e Vecna rappresentano in modo molto simile questa idea. I Dissennatori risucchiano felicità, speranza e ricordi positivi, lasciando le persone svuotate e senza difese. Vecna fa qualcosa di ancora più inquietante: scava nei traumi delle sue vittime, li amplifica, li trasforma in una trappola mentale da cui è difficilissimo uscire.Questa somiglianza non è casuale. Entrambe le saghe usano queste creature per mostrare che il male più pericoloso non sempre arriva dall’esterno, ma spesso nasce da quello che ci portiamo dentro.

Le paure di Max, la colpa di Nancy o il dolore di Billy funzionano per Vecna come carburante, così come i ricordi peggiori di Harry rendono i Dissennatori ancora più spaventosi.La cosa interessante è che, in entrambi i mondi, la salvezza arriva proprio dai legami emotivi. Harry usa il Patronus, una magia che nasce da un ricordo felice potente. I ragazzi di Hawkins salvano Max grazie alla musica e ai ricordi condivisi, una sorta di “Patronus pop” che la riporta alla realtà. Così Stranger Things e Harry Potter ci ricordano che la lotta contro il trauma è reale, ma si vince con ciò che ci rende umani.

Le squadre di Hawkins e Hogwarts: quando l’unione fa la forza

Una delle somiglianze più sorprendenti tra Stranger Things e Harry Potter è il modo in cui entrambe le storie ruotano attorno a gruppi di ragazzi che crescono insieme. Non c’è un vero eroe solitario: la forza nasce sempre dal “noi”. A Hogwarts il trio Harry, Ron e Hermione è il fulcro di tutto. Ognuno porta qualcosa che agli altri manca e solo insieme riescono a superare prove impossibili.

Lo stesso accade a Hawkins con Mike, Undici, Will, Dustin e Lucas. Ognuno ha una caratteristica unica, ma è la somma dei loro talenti e dei loro difetti a renderli imbattibili. Anche gli adulti attorno a loro seguono archetipi simili. Silente, Sirius o Molly Weasley proteggono i ragazzi come fanno Hopper, Joyce o Steve, figure imperfette, ma fondamentali.

Hawkins e Hogwarts funzionano allo stesso modo: nessuno vince da solo e i gruppi diventano la vera casa dei protagonisti.In entrambe le saghe, la squadra non è solo compagnia: è identità, crescita e la prova che, di fronte al male, l’unione è la magia più forte di tutte.

Possesso mentale e memoria emotiva

Scene di possesso mentale compaiono in entrambe le saghe. Harry scaccia Voldemort dalla sua mente usando ricordi felici, mentre Undici o Will affrontano Vecna e il Sottosopra tramite i ricordi ed i legami affettivi. Ancora una volta, il messaggio è chiaro: la forza interiore e le emozioni sono più potenti di qualsiasi potere sovrannaturale.

Il Prescelto nascosto

Se Harry è il Prescelto nella profezia, Stranger Things ribalta le aspettative mostrando un Prescelto nascosto: Will. La cosa interessante è che sia Harry che Will non sono mai i più forti, né i più sicuri di sé, anzi. Harry è il ragazzo “normale” cresciuto in un armadio, timido e lontano dall’immagine classica dell’eroe. Will è il più riservato del gruppo, quello che spesso viene messo in disparte, il più fragile, quello che gli altri devono proteggere.

Proprio questo rende il parallelismo ancora più potente: i due personaggi meno considerati diventano il centro della storia. Harry scopre di essere il Prescelto quasi suo malgrado, Will si ritrova legato al destino del Sottosopra, perché nessuno lo ha mai guardato davvero per quello che è. Entrambi portano dentro di sé un’ombra che non hanno scelto, e devono affrontare un male che li ha segnati fin dall’inizio. È un modo molto moderno di raccontare l’eroismo: gli eroi non sono sempre i più forti, ma quelli che, nonostante la paura e l’insicurezza, decidono comunque di andare avanti.

Trauma, crescita e viaggio dell’eroe

In entrambe le saghe i poteri riflettono lo stato psicologico dei protagonisti. Sconfiggere il villain significa affrontare i propri traumi. Harry cresce e si sacrifica per il bene, mentre Henry Creel o Vecna parte come bambino prodigio e finisce come mostro. Lo scontro finale diventa quindi più filosofico che fisico, una vera battaglia tra Amore e Potere.

Guardando a Stranger Things e Harry Potter, è chiaro che, oltre alle differenze, le due saghe condividono archetipi universali. Legami psichici, amicizie che salvano, origini oscure dei villain e manifestazioni dei traumi interiori mostrano quanto certe storie siano sempre capaci di catturare il pubblico. Tra Hawkins e Hogwarts, l’avventura e l’emozione sono le stesse.

Deborah Muratore

La mia passione per il cinema nasce da bambina, quando con mio padre organizzavamo serate a tema dividendo le settimane in categorie. Da allora non mi sono mai fermata, con un debole particolare per gli horror. Empatica e sempre sorridente, amo anche i cavalli, le persone genuine e la creatività in tutte le sue forme.