C’è un motivo se, ogni volta che si parla di Stranger Things, il nome Super 8 spunta fuori come un vecchio amico d’infanzia. Le due opere non condividono solo l’aria nostalgica degli anni ’80, ma sembrano nate dallo stesso laboratorio segreto dove Spielberg, King e i Duffer Brothers mescolano mostri, biciclette e walkie-talkie.
Il richiamo irresistibile agli anni d’oro
Sia Super 8 che Stranger Things vivono di una nostalgia precisa, cioè quella dell’America provinciale dei primi anni ’80, fatta di neon, poster di fantascienza, sale giochi e magliette con stampe sbiadite. Un immaginario ormai iconico, che entrambi i titoli rilanciano con cura maniacale e con un pizzico di ironia per chi quegli anni li ha solo immaginati.
Il tocco invisibile di Spielberg

Le due narrazioni parlano la stessa lingua, quella dei film di Steven Spielberg. Gruppi di ragazzini troppo curiosi per stare lontani dai guai, famiglie in crisi, un mostro da capire (o da sconfiggere) ed un mistero che ribalta la quotidianità. In Super 8 questa eredità è esplicita, essendo prodotto da J.J. Abrams sotto l’ala protettiva di Spielberg. In Stranger Things è più sottile, ma onnipresente, un omaggio continuo a E.T., I Goonies ed Incontri Ravvicinati.
Amicizia vs ignoto: i veri protagonisti

Al centro c’è sempre lo stesso cuore narrativo: un gruppo di adolescenti che, tra primi amori e prime paure, finisce catapultato in un’avventura più grande di loro. Perché, che si tratti di un alieno arrabbiato o di una creatura del Sottosopra, il vero “mostro” è quasi sempre la fine dell’infanzia.
Mostri, poteri e segreti militari
Qui le due storie si stringono davvero la mano: governi sospetti, basi militari e laboratori che nascondono esperimenti poco rassicuranti. Super 8 parte con un incidente ferroviario che libera una creatura prigioniera dell’esercito, mentre Stranger Things apre le porte di Hawkins Lab e dei suoi esperimenti psichici. In entrambi i casi, scoprire cosa si nasconde dietro la facciata tranquilla della provincia americana diventa la missione dei nostri piccoli (ma coraggiosi) investigatori.
Due opere, un’unica emozione
La vera sorpresa è che, pur raccontando storie molto diverse, Stranger Things e Super 8 generano la stessa vibrazione emotiva: un mix di meraviglia, paura e tenerezza che riporta lo spettatore a quell’età in cui tutto sembrava possibile, anche incontrare un alieno o entrare in un’altra dimensione.
Pronti a tuffarci negli anni ’80 senza macchina del tempo? Tra Stranger Things e Super 8, mostri, segreti e biciclette ci aspettano. È nostalgia con adrenalina inclusa: quindi premiamo play, teniamo il fiato sospeso… e non dimentichiamo i popcorn.

