Quentin Tarantino non è certo un uomo che le manda a dire. Nella sua lunga carriera di regista iconoclasta e nerd cinematografico, ha sempre difeso le sue passioni con entusiasmo e talvolta con una vena critica tagliante. Ma nelle ultime ore, ospite del podcast di Bret Easton Ellis, ha alzato il tiro, indicando senza mezzi termini tre attori che, a suo dire, non riesce proprio a digerire.
Owen Wilson, il primo bersaglio inatteso

La lista parte da Owen Wilson, volto amatissimo di commedie brillanti e performance mai banali. Eppure, per il regista di Pulp Fiction, la prima impressione conta eccome. Wilson lo aveva colpito negativamente già alla prima visione di Midnight in Paris: «Non lo sopporto proprio», ha confessato Tarantino. Il cinema di Woody Allen, carico di fascino bohémien e dialoghi arguti, non è riuscito a conquistarlo attraverso Wilson. La seconda visione ha lasciato un’apertura, un margine di tolleranza, ma solo alla terza il regista ammette di aver guardato il film concentrandosi quasi esclusivamente su di lui.
Paul Dano e la critica più dura

Ma la vera stoccata arriva con Paul Dano. Nella discussione sul ruolo nel Il petroliere ,film di Paul Thomas Anderson, Tarantino non risparmia parole dure, dicendo che il film ha «un solo difetto: Paul Dano». Una critica che suona quasi come un accusa nei confronti di un attore spesso lodato per le sue performance complesse e intensamente introspettive. Nella mente di Tarantino, quel ruolo sarebbe stato perfetto per Austin Butler, capace, secondo lui, di conferire al personaggio un’energia più potente e carismatica. È un punto di vista che accende inevitabilmente dibattiti tra gli appassionati. Dano, spesso celebrato come uno dei più interessanti della sua generazione e Butler, oggi tra i volti più richiesti di Hollywood.
Matthew Lillard, l’ultimo a finire sotto il giudizio del regista

Infine, Tarantino chiude il suo trittico critico con Matthew Lillard. Qui il giudizio è netto e conciso: «Non mi interessa Owen Wilson e non mi interessa Matthew Lillard». In poche parole, il regista non trova motivo di soffermarsi a lungo su Lillard, attore noto soprattutto per ruoli iconici in commedie e film di avventura degli anni ’90. La frase, quasi liquidatoria, suggerisce una distanza estetica e personale che va oltre il semplice disinteresse.
Un dibattito destinato a infiammare i cinefili
Le dichiarazioni, rilasciate con la schiettezza tipica di Tarantino, stanno già facendo il giro del web, scatenando reazioni contrastanti tra fan, critici e, naturalmente, appassionati di cinema. Molti la prendono come una sparata dettata dal gusto personale, magari pure simpatica; altri, invece, non nascondono lo stupore per parole così dure rivolte a tre attori molto lontani tra loro per stile e percorso.
Che si sia d’accordo o meno, una cosa è certa: quando Quentin Tarantino parla di cinema, il dibattito si accende. E questa volta, più che mai, il fuoco è alimentato da nomi che nessuno si aspettava entrassero nella sua lista nera.

