Capelli colorati, sguardo deciso e una voce che ti resta addosso. Così Valentina Pesaresi è entrata nella scuola di Amici 25, e fin dal primo momento è sembrato chiaro che avrebbe lasciato il segno. Non solo per l’aspetto estroso, ma per quell’energia che trasmette appena apre bocca.
Appena salita sul palco, ha scelto di cantare The Climb di Miley Cyrus, una canzone che non è semplice da interpretare, ma che lei ha trasformato in qualcosa di suo. E in un programma dove l’emozione conta più di ogni altra cosa, Valentina è riuscita a farsi ascoltare davvero. Vedere Rudy Zerbi, Lorella Cuccarini e Anna Pettinelli annuire all’unisono è stata la conferma che il suo posto nella scuola se lo è guadagnato con merito.
Dalla Romagna al palco di Amici
Valentina arriva dalla Romagna, una terra piena di musica e passione. Prima di entrare nel talent, lavorava in un negozio di trucchi, ma il microfono lo teneva stretto da tempo. Fa parte dei Pink Floyd Sound Project, una tribute band che riporta sul palco le atmosfere dei Pink Floyd, e canta insieme a suo padre Luca nel duo IVuelle.
Il loro repertorio passa dal pop al country, fino al rock, e ascoltandola si capisce subito che Valentina ha vissuto la musica in ogni sua forma. È una di quelle persone che la musica la respira, non la recita. Personalmente, trovo affascinante quando un artista porta dentro la propria storia familiare e lei lo fa in modo puro, senza forzature.
Pochi numeri, tanto talento
Sui social, Valentina non ha ancora grandi numeri. Poco più di 1.600 follower su Instagram e un solo brano su Spotify con meno di 1.000 ascolti. Ma in fondo, non è questo a definire il talento. E forse è proprio questo che la rende ancora più interessante: non l’apparenza, ma la sostanza.
Guardandola ad Amici, si percepisce la fame di chi vuole costruirsi passo dopo passo, senza scorciatoie. Forse non sarà ancora una star dei social, ma ha qualcosa che molti influencer inseguono da anni: autenticità. E in un mondo che tende a uniformare tutto, Valentina è una boccata d’aria fresca.
